Modiano, così Trieste è la regina dei tarocchi
TRIESTE. Stefano Crechici, 46 anni, è presidente della Modiano, la storica azienda triestina delle carte da gioco. L’azienda di famiglia, la Grafad, ha rilevato nel 1988 questo marchio di grande prestigio da una delle più importanti famiglie imprenditoriali triestine.
Stefano Crechici, 30 anni fa avete acquisito la Modiano. É un caso non frequente di successione fra imprese familiari triestine. Come è andata?
La famiglia Modiano non voleva assolutamente vendere ad aziende non triestine e tantomeno a un concorrente disperdendo il patrimonio dell’azienda. La scelta è così caduta sulla mia azienda di famiglia, la Grafad, perchè abbiamo garantito che non avremmo licenziato nessuno tutelando l’identità del marchio.
Avete protetto le radici industriali..
Negli anni abbiamo rifiutato varie offerte dalla concorrenza perchè erano interessati soltanto al valore del marchio. Per la mia famiglia è fondamentale il radicamento in questa città. Oggi gli altri soci Grafad sono andati in pensione e la Modiano è rimasta nelle mani della mia famiglia. Mio padre, Guido, che ha 85 anni, nato a Zara in Dalmazia, è amministratore delegato con lo stesso entusiasmo dei primi tempi.
Nel 2013, in piena recessione, avete affrontato una fase difficile con cassa integrazione. Oggi siete tornati in carreggiata?
Quest’anno il fatturato salirà a 9-10 milioni di euro. Nell’ultimo esercizio investiremo quasi 2,5 milioni in nuovi macchinari e formazione del personale. Lavoriamo con sei linee produttive, dal foglio al mazzo finito, ed esportiamo in un centinaio di Paesi in tutto il mondo, dalla Cina agli Stati Uniti. Dalle nostre linee produttive escono carte da gioco e carte per i giochi di famiglia come Monopoli e Trivial Pursuit, un business in grande espansione. Serviamo inoltre l’industria cartotecnica.
Avete concorrenti?
In Europa ci sono poche aziende specializzate. Gli unici concorrenti sono Piatnik Vienna, che ha quasi 200 anni di storia, e Carta Mundi in Belgio. Sul mercato italiano ci siamo noi e i veneti della Dal Negro.
Chi compra le vostre carte da gioco?
Dal piccolo tabaccaio ai grandi casinò di tutto il mondo. Siamo fra le uniche quattro aziende al mondo che producono carte di plastica richiestissime in Cina e attualmente esponiamo alla fiera di settore a Las Vegas.
Qual è la carta più pregiata?
Quella con cui si vince. Nel mondo dei casinò è quella di plastica perchè è difficile “segnarla”. La carta standard è fatta di una materia prima molto pregiata prodotta dalla Burgo assieme a due sole altre aziende in Europa.
Avete consulenti artistici per disegnare le carte?
Disponiamo di un archivio molto fornito che esiste da 150 anni. Il disegno delle carte da gioco e le figure, compreso il jolly, non si cambia. I casinò usano disegni geometrici che restano immutati. I colori dei mazzi sono sempre rosso e blu.
Quante carte producete all’anno?
Nel 2016 abbiamo sfornato 10 milioni di mazzi. I mercati di destinazione più importanti, oltre all’Italia, sono gli Stati Uniti, la Germania e l’Olanda.
Il cliente più importante?
É un grosso editore americano di tarocchi e carte speciali. Oggi possiamo dire che gran parte dei tarocchi nel mondo sono made in Trieste. In questo caso sono carte “artistiche” che cambiano in ogni edizione.
Il mercato italiano vi da soddisfazioni?
Quest’anno abbiamo ricevuto un ordine molto importante dall’Italia per un’industria del caffè napoletana, il Caffè Borbone, che distribuirà i nostri mazzi di carte insieme ai loro prodotti.
Aziende come la liquori Stock, che nel 2012 si è spostata nella Repubblica ceca, non fanno più parte del paesaggio industriale triestino. La Modiano è uno dei pochi esempi di uno storico marchio che resiste nel tempo..
La nostra dimensione è quella di un’azienda medio-piccola e forse è il segreto del nostro successo. Le piccole imprese familiari hanno speso un problema di passaggio generazionale. Nel caso della Modiano io e mio padre “coabitiamo” in azienda in armonia. Certo, confrontandoci quando è necessario.
Vi sentite sostenuti dalla città?
A Trieste vedo segnali di grande e positivo cambiamento. Siamo al centro dell’Europa e si percepiscono segnali importanti. Il porto è in una fase di indubbia crescita: le nostre carte da gioco dirette oltreoceano, nel Connecticut, riempiono un container al mese. Peccato che si sconti una certa marginalità nei collegamenti.
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