Mobbing sul posto di lavoro, oltre 500 casi in dieci anni

Allo sportello cittadino segnalate situazioni di avance o molestie di capi ufficio e anche intimidazioni. L’importanza dell’assistenza sia psicologica sia legale

TRIESTE Mobbing, dal verbo inglese “to mob”, attaccare, assalire, accerchiare, una forma di vessazione e molestia conclamata che, con varie caratteristiche, può colpire i lavoratori. I sintomi di disagio possono anche essere anche più sottili, con un impatto sulla qualità di vita non solo professionale, causati dall‘aumento della velocità e della complessità nel mondo del lavoro. Fenomeni individuali e sociali con cui, in regione, si confrontano da dieci anni i tre Punti di ascolto “Mobbing” delle province di Trieste, Udine e Pordenone. Centri che, oltre a operare nell’ambito dell’informazione e della prevenzione, attuano una funzione di sostegno e orientamento nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che si ritengono colpiti da azioni e comportamenti discriminatori e oppressivi protratti nel tempo.

Sono oltre 3mila, a livello regionale, gli utenti che dal 2007 si sono rivolti ai Punti di ascolto per consulenze di primo livello - cioè per chiarire dubbi e risolvere conflitti - o seguendo percorsi più articolati, approfonditi e di lunga durata. I tre Centri sono accreditati dalla Regione in base alla legge n. 7 del 2005, un regolamento che ne dispone le modalità e ne verifica i requisiti.

Il Centro “mobbing“ di Trieste (tel. 040 3798560 - www.benesserelavoro.it) è gestito dal sindacato Uil in collaborazione con gli enti locali. «Offre un servizio gratuito, con l’opportunità di effettuare un percorso di consulenza e orientamento con professionisti quali il counsellor, il medico del lavoro, il medico legale, una psicologa e un avvocato giuslavorista». Lo spiega la responsabile e coordinatrice Gerarda Urciuoli, che aggiunge: «Dal 2007 a oggi si sono rivolte a noi 507 persone, in prevalenza triestini e di cui oltre il 60% donne».

Tra coloro che si sono rivolti al Punto di ascolto di Trieste anche Margherita, 33 anni, sposata e impiegata in un’azienda della grande distribuzione da 12 anni. La sua è la storia di chi vede di colpo un percorso di evoluzione professionale vissuto con entusiasmo scontrarsi con gli atteggiamenti di un nuovo capo ufficio. Non trovando quest’ultimo terreno per le proprie avances e molestie, inizia un trend intimidatorio e di vessazione che va a colpire la sfera professionale ma anche psicologica, emotiva e privata. Margherita, che ha investito tanto per l’azienda e ha acceso un mutuo insieme al marito, si ritrova in una situazione di stress e ansia insostenibili, sino al punto di subire un aborto spontaneo. La donna si è rivolta al Centro e ha effettuato un percorso completo incontrando l'avvocato giuslavorista, il medico legale e la psicologa. Oggi, che ha un nuovo lavoro ed è diventata mamma, ha ricevuto un risarcimento ottenuto grazie alla sua ginecologa: messa al corrente di ciò che Margherita aveva subito sul lavoro, ha certificato e messo in evidenza un possibile nesso di causalità tra molestie, mobbing e aborto spontaneo.

«Le consulenze – riprende Urciuoli - avvengono anche per mezzo telefonico e via email, ma il 69% degli utenti, ovvero 349 persone, in questi anni hanno seguito un percorso di orientamento completo».

«La nostra Regione – sottolinea Franca Parpaiola, responsabile della struttura per le Pari opportunità dell‘ente - è stata tra le prime a dotarsi di un provvedimento normativo dedicato al contrasto del fenomeno del “mobbing“ e con l’esperienza di una sua attuazione concreta. La legge regionale è stata recentemente modificata per continuare a sostenere la centralità del ruolo dei Punti di ascolto, rafforzando e definendo con ulteriore chiarezza le loro funzioni». Accanto al più ampio concetto di molestie morali e psico-fisiche nell’ambiente di lavoro è statacosì data una maggiore attenzione a fenomeni riguardanti le molestie sessuali, la differenza di genere, l'orientamento sessuale, l'età, lo stato di salute, il credo religioso, la cultura, le opinioni politiche, le condizioni personali e sociali e la provenienza geografica.


 

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