Mitragliatrici, pistole e lanciarazzi in casa: arrestati padre e figlio a Trieste

Arsenale scovato in tre alloggi a Sistiana, Monfalcone e Turriaco L’ipotesi della vendita di contrabbando a gruppi organizzati
Silvano Trieste 2018-02-10 Il centro di Sistiana, Dentalclinic
Silvano Trieste 2018-02-10 Il centro di Sistiana, Dentalclinic

TRIESTE. Armi da guerra nascoste in casa con tanto di munizioni. Moderne, funzionanti e pronte all’uso. La polizia ha arrestato due triestini, padre e figlio: il cinquantacinquenne Mauro Persi, odontotecnico, e il figlio ventiseienne Giulio Persi, studente universitario. Ma è caccia aperta a un terzo uomo.

Gli agenti hanno fatto irruzione in tre diverse abitazioni: a Sistiana, a Monfalcone e a Turriaco. Nelle perquisizioni è spuntato un vero e proprio arsenale. Nell’alloggio di Monfalcone, dove risiedono Mauro e Giulio Persi, era stata occultata nel sotto sella di un ciclomotore una pistola mitragliatrice “Scorpion” con relativo caricatore e calciolo ribaltabile. Il sistema consente l’utilizzo dell’arma, oltre che con una mano, anche con due: imbracciandola come un moschetto si ottiene una maggiore stabilità nell’impiego del tiro a raffica.

Un particolare, come altri emersi nell’inchiesta, che escluderebbe la pista “amatoriale”. Secondo gli inquirenti, chi dispone di oggetti del genere non lo fa per collezionismo o per “hobby”. Non si tratterebbe, cioè, di semplici appassionati. Una circostanza resa ancora più chiara dall’altro materiale da guerra rinvenuto: padre e figlio, insieme al terzo individuo ricercato, avevano accesso a un’altra casa, evidentemente la “base” in cui tenevano le altre armi: è la villetta di Sistiana. Lì in soffitta, all’interno di una custodia di una chitarra, era stata nascosta una pistola di marca “Beretta”, modello 98 (calibro 9x21) munita di due caricatori entrambi riforniti di 15 cartucce marca Cec. Come appurato dagli inquirenti grazie al numero di matricola, merce che rubata a un privato in provincia di Treviso. Oltre alla pistola, i poliziotti hanno rinvenuto un caricatore a “banana” privo di munizioni, 19 cartucce calibro 9x21 marca Cbc e altre 42 cartucce calibro 7,62x54R di marca S&B e un lanciarazzi militare di marca “Zolja” modello M80 calibro 64 millimetri con relativo proietto pronto all’utilizzo.

Lanciarazzi militare e armi in casa: due arresti


Ma le indagini si sono allargate anche a un’ulteriore abitazione, quella di Turriaco, appartenente al terzo indagato, che la polizia sta tentando di stanare. Qui il ricercato teneva una pistola ad aria compressa marca “Skif” modello A3000 da 4,5 millimetri, munita di due caricatori e relative munizioni. Cinquanta cartucce marca “Fiocchi” calibro 9 corto, 11 bossoli di cui 7 calibro 9x21 e 4 di calibro 38 special; 60 cartucce, di cui 25 di marca “Fiocchi” calibro 12, 25 di marca “Titano” calibro 12 e e 10 di marca Winchester calibro 12.

Un arsenale a tutti gli effetti. Ma a cosa serviva? Perché Mauro e Giulio Persi, insieme al complice, avevano la disponibilità di oggetti del genere? Come è possibile che due persone insospettabili, un odontotecnico e uno studente universitario in accordo con una terza persona custodissero pistole, mitragliatrici e lanciarazzi all’interno di abitazioni specificatamente destinate a questa funzione?

Le indagini sono dirette dalla Procura della Repubblica – Dda. di Trieste. All’inchiesta hanno lavorato gli agenti della Squadra Mobile del capoluogo giuliano, con il supporto della Squadra Mobile di Gorizia, nonché del Nucleo Regionale Artificieri della Polizia di Stato e della Polizia Scientifica di Trieste.

Il ritrovamento dell’arsenale in tre diversi siti allarga a una molteplicità di ipotesi investigative, innescate innanzitutto dalla tipologia stessa delle armi, a cominciare dal lanciarazzi e dalla pistola mitragliatrice, la cui detenzione è assolutamente vietata dalla legge: è considerata attrezzatura da guerra. E questo determina l’arresto obbligatorio. Gli inquirenti non escludono nulla: dalla possibilità che i tre indagati preparassero atti criminali, al commercio di contrabbando a gruppi organizzati. Al momento, comunque, non ci sono elementi concreti che possano ricondurre alla matrice terroristica.

Ma quel che è certo è che gli agenti non si sono mossi a caso. Avevano messo gli occhi addosso ai tre, visto che «sussisteva il fondato motivo che gli indagati potessero occultare e detenere armi, anche ad elevato impatto offensivo», scrive la polizia in un comunicato stampa.

In queste ore sono in corso accertamenti per verificare la provenienza del materiale: il primo punto da cui gli investigatori cercheranno di ricostruire la rete di possibili venditori e le frequentazioni.

Mauro e Giulio Persi sono stati portati al Coroneo dopo la perquisizione, a disposizione della Procura. Domani mattina è in programma l’interrogatorio dal giudice per le indagini preliminari Luigi Dainotti per la convalida dell’arresto.

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