Mistero sullo straniero arrestato a Ronchi prima del volo per Londra. Terrorismo?

Giallo sul fermo dell’uomo da parte della polizia dell’aeroporto regionale. Ha esibito un passaporto falso e aveva con sé altri documenti contraffatti

RONCHI DEI LEGIONARI. È fitto il mistero attorno alla vera identità e alle reali intenzioni di un uomo che è stato tratto in arresto all'aeroporto di Ronchi dei Legionari dalla Polizia di frontiera. E anche se non viene confermata, giacché le delicate indagini sono ancora in corso, non viene tralasciata dagli inquirenti nemmeno l'ipotesi che il quarantatreenne cingalese finito in manette possa essere coinvolto, non si sa in quale modo, in uno scenario di terrorismo islamico sul quale si è alzata la soglia di attenzione e che, nei giorni scorsi, ha permesso di sgominare una cellula jihadista operante a Venezia.

L'uomo, del quale si conoscono solo le iniziali, A.A., stava per imbarcarsi sul volo delle 16.55 di Ryanair diretto a Londra Stansted. Al momento di effettuare il controllo di sicurezza è stato oggetto di un accurato controllo da parte degli agenti di Polizia. Ed è a quel punto che essi hanno potuto constatare il possesso di un passaporto malese che era stato abilmente contraffatto.

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Fermato e condotto negli uffici di Polizia, è stato successivamente sottoposto a perquisizione ed è a quel punto che sono saltate fuori una carta d'identità italiana, anch'essa risultata falsa e diverso materiale, sia cartaceo, sia informatico, forse una chiavetta Usb, che gli inquirenti considerano utile per il prosieguo delle indagini. Non si conosce la natura di questo materiale e se potesse contenere informazioni sulla nazione che egli cercava in tutti i modi di raggiungere. Questi gli elementi che, come detto, potrebbero far pensare ad un suo possibile coinvolgimento in eventuali azioni terroristiche. Proprio a seguito degli ultimi eventi internazionali, va ricordato, le misure di prevenzione e di sicurezza sono state ulteriormente incrementate, soprattutto nelle aree sensibili come quelle aeroportuali, soggette a migliaia di transiti giornalieri.

Una "stretta" alla quale non si sottraggono nemmeno le donne e gli uomini al comando della dirigente, Manuela De Giorgi, e che operano all'aeroporto di Ronchi dei Legionari. Ancora da verificare poi altri elementi che potrebbero contribuire a risolvere l'arcano. Ci si chiede come l'uomo sia arrivato dallo Sri Lanka in Italia, visto che sul passaporto falso non c'era alcun riferimento e quali città abbia passato prima di arrivare nel Friuli Venezia Giulia. Non si tratta, comunque, di uno dei tanti lavoratori asiatici che sono impiegati allo stabilimento monfalconese della Fincantieri.

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Dall’interrogatorio e dai verbali redatti dalla Polizia è emerso che l’uomo si troverebbe solo da qualche mese in Italia, che non ha una fissa dimora e nemmeno un mestiere e che parla qualcosa come quattro lingue diverse. Un uomo, inoltre, non nuovo ad episodi del genere. Già in passato, infatti, avrebbe già tentato di usare un passaporto malese falsificato in un altro posto di frontiera e ciò per raggiungere alcune diverse nazioni. E anche in queste occasioni era stato fermato. Il cittadino cingalese è stato poi portato nella casa circondariale di Gorizia, dove si trova a disposizione dell'autorità giudiziaria competente, in attesa di giudizio.

Le indagini, come detto, sono serrate e su molti aspetti vige il più assoluto riserbo. Saranno gli interrogatori in programma nei prossimi giorni a far capire meglio non solo la vera identità dell'uomo, ma anche le sue reali intenzioni. Un giramondo in cerca di fortuna lontano dalla sua nazione d'origine o un soggetto potenzialmente pericoloso ed in possesso di utili informazioni per eventuali attacchi? Ogni ipotesi è aperta ed in tempi come questi la prudenza non è mai troppa. Nei mesi scorsi ad essere stato acciuffato con documenti falsificati era stato un cittadino albanese.

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Le indagini erano andate nella direzione di quello che è un vero e proprio mercato legato alla contraffazione di documenti di ogni genere. Un'organizzazione alla quale ci si rivolgerebbe anche per conoscere meglio quelli che sono le vie ritenute più agevoli per lasciare il territorio italiano. Anche in questo caso si è dunque pensato allo scalo regionale ronchese, ritenuto più marginale, meno affollato ma, non per questo, meno controllato.

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