Misteriosa moria di agnelli a Cherso. Spunta l’ipotesi dell’avvelenamento
Scettici gli allevatori dell’isola. Potrebbe essere un parassita intestinale
di Andrea Marsanich
di Andrea Marsanich
CHERSO Moria di agnelli nell’isola di Cherso, a pochi giorni da Pasqua, dal periodo in cui la richiesta di questo prelibato prodotto isolano è a dir poco pressante. Gli allevatori chersini sono preoccupatissimi in quanto – dopo essere riusciti a difendere gli agnelli dalle fameliche attitudini dei cinghiali – non ce l’ hanno fatta a tutelarli da quella che sembra un’epidemia parassitaria in piena regola.
Proprio l’altro giorno, le greggi presenti a Tramontana, l’area settentrionale dell’isola, sono state visitate dall’ispettrice veterinaria fiumana Melanija Kramaric e dal veterinario lussignano, Dubravko Devcic. I due hanno parlato a lungo con i proprietari delle greggi, per capire cosa stia succedendo, prelevando inoltre campioni di organi di agnelli deceduti per inviarli all’Istituto nazionale di veterinaria a Zagabria. I primi risultati delle analisi di laboratorio dovrebbero venir resi noti già domani. Esami preliminari sono stati già effettuati a Fiume, al locale istituto di veterinaria e tutto lascia supporre che si tratti di un parassita,il Clostridia spp, che avrebbe causato l’enterotossemia, ossia un’intossicazione batterica, letale per i giovani ovani. Il citato parassita si annida nella terra e nella radice dell’erba.
«Gli allevatori dovrebbero tenere maggiormente conto delle loro pecore e degli agnelli – è quanto dichiarato dal responsabile del laboratorio veterinario fiumano, Anton Tomac – agendo soprattutto dal punto di vista preventivo. Posso anche dire che alcune bestiole sono morte per denutrizione».
Tra gli allevatori maggiormente colpiti vi è Livio Hrelja, il cui gregge in zona Tramontana è stato più che decimato, passando da 200 a 50 capi. «Ho sentito che un mio collega – ha affermato Hrelja – ha subito una strage. Di 400 pecore e agnelli, gliene sono rimasti solo una quarantina». Hrelja ha voluto inviare 8 carcasse di agnelli a Zagabria, per avere una risposta esauriente sulle cause dei decessi. «Il mio sospetto è che gli animali siano stati avvelenati con cibo infetto. Insomma, secondo me, abbiamo il fattore umano all’origine della moria». Nell’attesa di sapere le cause ufficiali dei decessi e le eventuali conseguenze per gli esseri umani, a Cherso serpeggiano paura e inquietudine tra i proprietari delle greggi di ovini. In questi giorni le richieste d’acquisto fioccano che è un piacere, essendo gli agnelli chersini un brand di sicura garanzia e qualità. Il prezzo medio per un chilogrammo di agnello isolano è di 10–11 euro. Nei ristoranti e trattorie dell’isola quarnerina, si sfiorano invece i 30 euro.
Resta non del tutto risolto il problema dei cinghiali, specie alloctona a Cherso, dove furono immessi più di 20 anni fa, per le necessità del turismo venatorio. Anche se i cacciatori non sono ancora completamente convinti, è da tempo risaputo che gli irsuti animali adorano la carne d’agnello, specie le interiora. Negli ultimi anni, gli attacchi di cinghiali alle greggi chersine (la stessa cosa avviene anche nella vicina isola di Veglia) si sono moltiplicati, creando gravi danni al settore, non sempre risarciti dallo Stato. Dopo che un’ordinanza ha posto «fuori legge» i cinghiali, decretandone l’abbattimento, negli ultimi due anni sono stati uccisi a Cherso più di 500 cinghiali.
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