Missione Ater in via Negri, priorità ai soffitti pericolanti

TRIESTE Lo scandalo degli appartamenti di via Negri, consegnati alle persone in condizioni pessime, spinge l’Ater a correre subito ai ripari. Ieri la dirigenza dell’ente ha preparato una road map degli interventi da mettere in cantiere. «I sopralluoghi su quanto segnalato dagli inquilini erano già in corso - precisa il direttore Antonio Ius -, ci eravamo già attivati. Intendiamo rimediare ai guasti seguendo le procedure amministrative. In questi giorni stiamo studiando quali sono le soluzioni tecniche più opportune su ogni singolo problema manifestato».
Si parte con un’analisi di tutte le segnalazioni pervenute agli uffici degli enti e di quelle raccolte sul posto. Sul piano operativo si inizia aggiustando i controsoffitti che cedono: nelle scorse settimane ne sono stati messi in sicurezza due, quelli che presentavano le maggiori criticità. Ma sono diciotto, in tutto, quelli potenzialmente pericolanti: si troverebbero tutti negli ultimi piani. Andranno controllati uno ad uno. Di pari passo partono pure le verifiche sugli ascensori oggetto di infiltrazioni d’acqua. «Su questo - rileva Ius - va detto che c’è stato un danneggiamento su un marciapiede esterno causato dall’accesso di qualche mezzo pesante verosimilmente durante i traslochi. Ciò provoca inceppamenti nell’impianto causati dall’acqua che filtra».
Sono numerose anche le verande in cattive condizioni. «Vanno sigillate - anticipa il direttore dell’Ater - e lo faremo non appena il tempo migliorerà, perché sono lavori che non si possono fare mentre piove». Non è previsto nulla invece per gli impianti di riscaldamento, già sottoposti a riparazione alcuni giorni fa. Il motivo dei guasti, in questo caso, va ricondotto ad alcuni sbalzi di pressione, confermati dagli uffici tecnici dell’ente. Per sistemare tutto è stata necessaria l’aggiunta di alcune valvole. «Questo problema sembra ora risolto per tutte le famiglie - osserva Ius - ma va comunque ricordato che i sistemi sono soggetti a collaudi alloggio per alloggio, con controlli sull’agibilità per quanto riguarda la tenuta. Cosa già fatta: avevamo affidato l’intervento a un’impresa che aveva vinto un appalto due anni fa. In fase di apertura della stagione invernale, quindi una decina di giorni fa - evidenzia il direttore -, i tecnici hanno già fatto il giro degli appartamenti per testare il funzionamento delle centrali termiche, ma sono rimasti fuori alcuni inquilini che non sono stati trovati in casa. Comunque non sono stati segnalati ulteriori guasti. Altri problemi non li vedo».
Per quanto riguarda le abitazioni in cui non è ancora possibile utilizzare il gas, un disagio riscontrato in più di una famiglia, l’Ater assicura la sostituzione di quanto rotto. Anche se i danneggiamenti sono avvenuti durante l’installazione delle cucine. Subito dopo toccherà agli interventi considerati meno urgenti, come i campanelli. «Li ripareremo, non c’è dubbio. Ma ora cerchiamo di concentrarci sulle priorità e su ciò che può rappresentare un potenziale pericolo (come i cedimenti dei controsoffitti, ndr)», ribadisce il dirigente dell’Ater.
I costi delle riparazioni con molta probabilità ricadranno sulle imprese che avevano in mano la gestione dell’appalto, quelle subentrate alla ditta fallita. Si tratta della De Marchi e della R.G. impianti. «Sono loro i nostri interlocutori contrattuali - chiarisce ancora Ius - per cui agiremo nei loro confronti. D’altronde sono le due aziende che hanno completato i lavori, anche se sono consapevole che non sarà facile recuperare i soldi. Ma da parte nostra verranno messe in atto tutte le azioni indicate dalle procedure». Resta la partita delle caldaie che spandono: molte famiglie si sono attrezzate con catini e tubi per far defluire l’acqua. «La ditta incaricata ha già eseguito una ricognizione puntuale di tutti gli impianti - assicura Ius -, la ricognizione si è conclusa la scorsa settimana e ora si può dare corso alla sostituzione delle valvole che perdono». Ma fioccano altre segnalazioni su ulteriori magagne di cui si sono accorti gli inquilini in queste ore. Preoccupa, ad esempio, il cedimento del muro di contenimento del giardino; per non parlare dell’intonaco del pianerottolo al civico 25: una parte cade a pezzi. O della parete esterna di uno degli edifici del comprensorio, già scorzata.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo