Miss Nonna ma senza un soldo per la spesa

Ha partecipato al concorso a Barcola solo con lo scopo di avere un po’ di visibilità per trovare un lavoro

Non le hanno dato neppure la classica fascia da concorso di bellezza e per ottenere il suo premio, uno smartphone, la vincitrice del contest “La nonna di Trieste”, che si è svolto a fine agosto nell’ambito di Barcolissima, ha dovuto tempestare di e-mail gli organizzatori.

Ma a Deborah Luggeri, che con i suoi 43 anni è una giovanissima nonna, poco importa se è salita su quel palco, se ha cantato e recitato per i presenti, non è per stato ottenere una fascia o un telefonino. Lo show noon è stato innescato dalla vanità femminile. Mala tempora currunt perché la miss sperava che vincere quel concorso convinta che l’avrebbe aiutata a trovare un lavoro. La fascia, le foto poco le importano.

«Partecipare a questi concorsi – spiega – è un modo per farsi conoscere. Certo, sono orgogliosissima della mia nipotina di due anni e di mio figlio, che mi ha fatto diventare nonna così giovane, ma la mia speranza era che qualcuno mi vedesse in questa occasione e decidesse di offrirmi un’occupazione, perché la mia situazione al momento è davvero critica e problematica: ho perso il lavoro un anno fa e non ho più denaro neppure per pagarmi la spesa».

Deborah, che ha alle spalle un matrimonio e una convivenza finiti male e tre figli lontani, ha sempre lavorato nel campo dell’assistenza agli anziani, sostanzialmente da precaria, eppure i titoli per un posto ce li avrebbe tutti: «Mi sono diplomata alla scuola per infermieri di Milano e mi sono specializzata come operatrice del 118 e nell’assistenza ai disabili. Ma ho lavorato sempre per sostituzioni, un posto fisso non l’ho mai ottenuto. Agli ultimi colloqui mi hanno detto che con tutte le mie qualifiche avrebbero dovuto assumermi riconoscendomi un livello professionale che sarebbe venuto a costare troppo all’azienda. Così sono ancora a casa a sperare e aspettare».

«Al momento lavoricchio come donna delle pulizie, ma i soldi guadagnati non mi bastano per far nulla: sono in spaventoso arretrato con l’affitto e le bollette, e anche fare la spesa è ormai diventato un problema».

Così la “nonna di Trieste” fa la fila, insieme a tanti altri, davanti alla porta della Caritas per ottenere una borsa della spesa, Si trova in mezzo a stranieri e anche a numerose famiglie triestine diventate all’improvviso povere perchè hanno perso il posto di lavoro.

Deborah ha tentato anche la strada dei servizi sociali, che l’hanno indirizzata verso le associazioni benefiche: «Sono stata l’altro giorno alla Fondazione Casali – racconta -: mi sono presentata nell’orario d’ufficio indicato per consegnare la mia documentazione, ma la guardia giurata addetta a raccogliere il plico mi ha rispedito a casa, dicendo che per quel giorno di utenti ne avevano già ricevuti troppi e che mi sarei dovuta presentare in un’altra occasione».

Anche l’Ater, cui si è rivolta per tentare di ottenere un alloggio a prezzo calmierato, non le ha dato grandi speranze per risolvere il suo problema: «Mi è stato detto che la graduatoria è già lunghissima e che la preferenza viene data a chi ha figli a carico».

E lei, «Miss nonna di Trieste» figli a carico non ne ha e purtroppo non può chiedere un aiuto neppure ai suoi genitori, perché suo padre è pensionato e sua madre disabile. E in più ci si mette pure la salute: «Ho un problema alla vista e dovrei fare un intervento, che però è a pagamento, per cui non posso permettermelo».

Per fortuna in questa triste storia un buon samaritano c’è: è il suo medico, che «mi sta aiutando molto, non mi ha mai fatto pagare una visita e mi passa anche il collirio necessario per il mio occhio malato».

Ma un buon samaritano non basta, e se la storia di Deborah ci fa riscivolare indietro, ai tempi del viscontiano “Bellissima”, ai giorni nostri la ricerca del principe azzurro è decisamente sorpassata: «Un altro uomo? No grazie – afferma convinta Deborah -, nel mio passato ho già un ex marito e un ex convivente che è tornato dalla moglie: degli uomini faccio volentieri a meno». Adesso vorrebbe solo vivere decorosamente, trovando un impiego. Pazienza per la fascia, basterebbe uno stipendio a fine mese.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:lavoromisscrisi

Riproduzione riservata © Il Piccolo