Mire cinesi sul Lisert per la realizzazione di un hub logistico nell’ex Eurogroup
MONFALCONE Quando i cinesi sbarcano, non si fermano quasi mai al primo porto. Del resto, le lunghe distanze sono una specialità del Dragone. Ed è per questo che nelle mire dello shopping asiatico, dopo l’interessamento maturato verso lo scalo triestino, appetibile per una nutrita serie di motivi (tradotto: agevolazioni del punto franco, snellezza d’iter con l’Autorità a fungere da decisore unico, vicinanza ai mercati emergenti), sono finiti anche i terreni del Lisert, ritenuti ideali per un hub logistico, in quel di Monfalcone. Territorio che già ha vissuto una prima “colonizzazione” orientale, di stampo prettamente turistico, coi progetti di sviluppo legati all’Isola dei Bagni, di fianco a Marina Julia, poi acquistata per 1 milione e 100 mila euro da una cordata cinese.
Nel gruppo imprenditori noti e facoltosi con base a Pechino e Hong Kong, attivi nel commercio di pietre preziose, ma decisi a puntare in maniera decisa su investimenti nel mondo e in Europa, vedi il contratto multi-milionario per realizzare in Austria un polo dedicato a sci e sport. Nella città dei cantieri l’uomo di fiducia ha un volto preciso ed è quello di Lan Yuchen, già amministratore unico dei cantieri Dalla Pietà Yacht alla Malcontenta di Venezia.
Questa seconda operazione, sempre milionaria, che potrebbe concludersi a Monfalcone non riguarda però Lan Yuchen, ma un nuovo soggetto: all’amministrazione Cisint si è infatti presentato Jimmy Wong, vice general manager della società Minth Europe GmbH, leader nel settore della componentistica per l’automobile. Il suo scopo è quello di realizzare, in area retroportuale, un hub logistico per l’Alto Adriatico.
I cinesi hanno individuato come possibile base il capannone dell’ex Eurogroup, di fianco alle Terme romane e proprio dinnanzi allo scalo. Sicché la trattativa si sta concentrando ora su aspetti economici: tra l’offerta di Wong e l’investimento richiesto ancora non c’è accordo. E in ciò la politica potrebbe assumere un ruolo intermediario, come di solito avviene.
Sugli altri dettagli dell’affare vige comunque il top secret. Anna Cisint, sindaco, concede stringate dichiarazioni. Ma sta seguendo «con interesse» la questione e «sosterrà l’iniziativa imprenditoriale anche aiutando a trovare le migliori condizioni per l’insediamento».
L’hub monfalconese, comunque, avrebbe la finalità di dirottare i traffici attualmente in transito su Amburgo verso il Porto di Monfalcone, che ovviamente ne beneficerebbe, in modo da percorrere la Via della seta e trasportare i materiali fino alle principali case automobilistiche presenti in Europa e, soprattutto, in Germania.
Approdare a uno scalo dell’Alto Adriatico, punto strategico per l’arrivo dei prodotti asiatici, permetterebbe ai cinesi traffici più rapidi rispetto ai tempi richiesti per il trasporto marittimo, via Spagna: risparmierebbero sei giorni di navigazione. Wong starebbe sondando anche altre sedi tra cui Trieste e San Giorgio, ma la città dei cantieri sembra preferibile per l’attività della Minth Europe.
Sarebbe un bel colpo, per Cisint. Da un lato una nuova realtà imprenditoriale a occupare terreni e capannone in disuso dal 2013, quando lo stabilimento chiuse, dall’altro il risvolto occupazionale: la Minth porrebbe sul tavolo subito 50 nuovi posti di lavoro, per arrivare a 200 una volta a regime. Trattandosi, secondo quanto appreso, di società leader del settore, come avviene solitamente con le aziende cinesi, l’insediamento potrebbe attrarre altre società di connazionali, che di prassi seguono le orme della principale, in sostanza fidandosi della scelta dell’apripista. –
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