Miramare in 3D con l’aiuto dei droni

Un progetto per garantire visibilità e spessore, letteralmente, al parco di Miramare tramite la ricostruzione del modello 3D del castello, dal quale deriverà da una parte un’implementazione nel...
Un progetto per garantire visibilità e spessore, letteralmente, al parco di Miramare tramite la ricostruzione del modello 3D del castello, dal quale deriverà da una parte un’implementazione nel motore di ricerca Google Earth e dall’altra la possibilità di realizzarne una riproduzione fisica. Di recente è stato effettuato il primo volo di prova di uno dei droni che contribuirà a tale progetto, tra la curiosità dei turisti e l’ostilità dei gabbiani per l’invasione del loro spazio aereo. Il progetto si concluderà indicativamente entro febbraio ed è nato senza fini di lucro dalla mente di Massimiliano Max Morelli della Liquid Media, un team di produzioni video con sede operativa a Trieste e certificato per l’utilizzo dei droni.


«Sorprende vedere che sul motore di ricerca geografica più utilizzato al mondo (Google,
ndr
) non ci sia una rappresentazione tridimensionale del Castello di Miramare che possa mostrare a turisti e curiosi come sia fatta quest’opera architettonica così conosciuta e visitata», spiega Max. «Così – aggiunge – ho voluto compensare questa mancanza per la città e per la sua immagine pubblica». Allo scopo verrà utilizzato un drone di ultima generazione per volare attorno al Castello alle prime luci dell’alba, quando ancora non vi siano visitatori. Durante il volo verranno effettuate riprese video e fotografie in sequenza, in un numero variabile tra i 200 e i 400 scatti. Successivamente all’acquisizione delle immagini del Castello di Miramare verrà realizzato un modello tridimensionale attraverso un software apposito da parte degli esperti dello SciFabLab, il laboratorio istituito all’Ictp per sostenere il lavoro creativo di scienziati e studiosi a beneficio di tutta la società. Quindi il modello tridimensionale potrà essere inserito in Google Earth/Maps e potrà anche diventare ricordo tangibile da tenere a casa, data la possibilità di scaricarlo gratuitamente via internet e stamparlo successivamente impiegando una stampante 3D.


Al progetto collaboreranno anche due giovani ragazzi che si stanno formando su un software specifico e che realizzeranno il modello virtuale dopo aver ricevuto da Massimiliano Morelli il materiale grezzo, cioè gli scatti ricavati dai sorvoli del drone. Oltre a loro, saranno coinvolte anche alcune scuole della provincia, dando agli studenti la possibilità di sperimentare personalmente il mezzo, così da mostrare loro le metodologie corrette di un lavoro innovativo coi droni ma che comporta anche numerose responsabilità per la sicurezza. Perché se ormai siamo abituati a visualizzare online video realizzati grazie alle incantevoli riprese in volo dei droni, è fondamentale ricordare che per poterli pilotare sono necessarie esperienza e professionalità. Il motto della Liquid Media è infatti: “We film high. We fly safe” (cioè “riprendiamo in alto, voliamo sicuri”). Essa prevede inoltre nelle sue stesse intenzioni fondative di destinare parte delle ore di volo proprio a fini socialmente utili, come in questo caso, e di mettere il suo evoluto drone a disposizione gratuitamente di tutte le forze dell’ordine che ne ritenessero utile il suo impiego sul territorio in caso di calamità, emergenze o pericolo per la cittadinanza.


Il progetto è stato promosso dall’associazione Spiz, che tra i suoi obiettivi fondativi pone proprio la salvaguardia delle tradizioni locali, e co-organizzato dalla terza circoscrizione del Comune (Gretta-Barcola-Roiano), la quale dopo una votazione nel relativo “parlamentino” si è impegnata per un finanziamento di 1.250 euro di modo da rimborsare le spese dei permessi e consentire anche l’acquisto di una stampante 3D utile alla realizzazione fisica dei modellini.


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