Miramare, il gatto Max “custode” del degrado

Mentre la mascotte si appisola dentro il castello sul divano di Carlotta, le guide turistiche ormai si vergognano ad accompagnare i visitatori
Di Gabriella Ziani

Forse molto ben abituato e rallegrato negli anni scorsi dall’erba e dai fiori si godeva la stagione all’aperto come tutti gli altri. Ma da quando il parco di Miramare suscita anche e soprattutto nei turisti stranieri esclamazioni assai negative per la pancia rivoltata della terra nelle aiuole, per le transenne e i vialetti sconnessi, lui, abitante di dimora regale, ha cambiato aria e anziché vagare fra le viole che non ci sono preferisce farsi il pisolo sulle sete dei divani di Carlotta del Belgio, all’interno del castello, oppure assestarsi morbidamente sui pesanti tendaggi che si allungano fin sui parchetti. Lo hanno chiamato Max, il gatto Massimiliano, in onore dell’antico e nobile padrone di casa (che non è lui, anche se ne è convinto).

E così l’altro giorno a gruppi di turisti accompagnati dalle guide si è presentata questa sorpresa vivente. Nell’angolo caldo di un divano degli appartamenti di Massimiliano e Carlotta c’era non uno dei mille soprammobili asburgici, ma un tigratino dal muso delizioso, che fregandosene delle regole di etichetta degli umani dormiva beato sul cuscino migliore.

I turisti in gruppo hanno fatto le solite mossette di sorpresa, i guardiani della real magione quando trovano Max che dorme sui velluti, o li guarda dall’alto appollaiato su un mobile di pregio, o fa le fusa attorcigliandosi tra candelabri e lampade, pigliano la sua scatola di cartone e lo rimettono a contatto con la dura realtà e con un molto più duro letto, il suo.

Hanno accertato peraltro che sa come comportarsi: mai notati strappi nelle stoffe pregiate, Max non si lima le unghie sulla prima poltrona d’epoca che trova, tirando i fili a zampa bassa. Quindi è diventato una “mascotte” e un visitatore lo ha fotografato così come lo si vede in questa pagina.

Ma il perdurare della critica situazione del complesso parco-museo sta creando seri problemi alle guide turistiche che accompagnano decine e decine di gruppi preparati ad assaporare un’estasi. «Ormai ci vergogniamo un po’» dice una di loro stanca di sentire commenti saturi di stupore negativo. I loro problemi in realtà sono molteplici. Adesso che la gestione dell’accoglienza in seguito a gara è in mano a un gruppo di cui fa parte anche Promotour, hanno ottenuto dai sorveglianti del parcheggio (finalmente ingaggiati) di poter entrare con le loro vetture, cosa prima vietata, che fossero riparati i bagni all’ingresso del parco, mentre attendono ancora che siano resi dignitosi quelli dietro la caffetteria e denunciano che i servizi giù al porticciolo (ancora chiusi) devono venir attivati con urgenza. In sostanza con un paio di milioni di persone che entra ogni anno a Miramare i bagni sono pressoché inesistenti o in pessimo stato, e senza personale di assistenza per la manutenzione igienica continua.

Quanto alla visione di maggiore impatto, quel “parterre” dove per molti mesi non sarà possibile sistemare piantagioni perché il bosso che disegnava il giardino all’italiana era stato attaccato da un fungo e adesso la terra deve “riposare”, le guide turistiche che non sanno più come spiegare alla gente quel disastro vorrebbero essere esentate dal ripetere una lezione che non sanno dare: «Basterebbe mettere un cartello di avviso: “Ci scusiamo, sono in corso restauri, stiamo lavorando, vi promettiamo che...”». Almeno per arginare le critiche a ripetizione, perché «i turisti si lamentano, altroché...». Il gatto Max invece ha brillantemente e silenziosamente risolto il suo problema.

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