Miramare, Caburlotto dà buca al Comune
Caburlotto non c’è. Neppure Maometto era arrivato a tanto (alla fine il profeta è andato alla montagna). La Terza Commissione del Comune al completo, dopo averlo atteso per quasi 10 mesi in Municipio, va al Parco di Miramare. E l’ex soprintendente ora direttore del Polo museale regionale, non si fa trovare. Dà buca. E neppure giustifica l’assenza. Luca Caburlotto non c’è. E così il sopralluogo della commissione regolarmente riunitasi (davanti alla scalinata d’ingresso di Grignano, in territorio comunale) serve solo a constatare, sotto una leggera pioggia, il degrado in cui continua a versare il parco di Miramare che, con il castello, è la maggiore attrazione turistica di Trieste.
Al superfluo sopralluogo partecipano anche l’assessore alla Cultura Paolo Tassinari e il capogruppo del Pd Marco Toncelli che per tutto il tempo scatta foto col telefonino. Al cancello di Grignano non c’è scritto vietato l’ingresso alle commissioni comunali, ma non c’è uno straccio di accoglienza. La comitiva comunale è formata da Manuel Zerjul, Paolo Rovis, Paolo Bassi, Manuela Declich, Sebastiano Truglio, Marino Sossi, Alessandro Carmi, Mario Ravalico, Roberto de Gioia, Angelo D’Adamo, Fabio Petrossi e Roberto Decarli. L’invito a Caburlotto era stato inoltrato per tempo e stavolta senza alcuna pressione di sorta (per evitare lo sconcerto e le accuse di “scorrettezza” arrivate in precedenza dopo l’ennesimo sollecito). Ma il direttore del Polo museale ha ancora una volta scelto di non dare alcun riscontro. E soprattutto di non esserci. Un ulteriore sgarbo istituzionale in un braccio di ferro che va avanti dal 7 novembre 2014 quando è iniziato il carteggio e Caburlotto era ancora un normale soprintendente. Tra un po’ si celebra il primo anniversario dell’audizione mancata. «Siamo il massimo organismo della città di Trieste, espressione del Consiglio comunale. Qui ci troviamo di fronte a un dipendente pubblico che non risponde a nessuno» spiega il presidente della Commissione Zerjul che ha fatto sapere che invierà un dossier sull’accaduto alla Regione e al Ministero. Un tentativo per smuovere l’inaccessibile burocrate che pure, il 2 settembre scorso, era diligentemente al fianco del ministro Dario Franceschini e della governatrice Debora Serracchiani. Nell’occasione è stato anche chiesto al direttore Caburlotto di inviare al ministero, attraverso la Regione, un piano progettuale per il parco. “Compiti a casa”. Nessuno sa che fine abbiano fatto. «Una situazione paradossale. Incomprensibile. Il Consiglio comunale non può conoscere la situazione di Miramare» dice Rovis, primo firmatario della richiesta di convocazione urgente della commissione. Il primo impatto del sopralluogo è con il cantiere dell’area delle nuove serre (da trasformare in un centro turistico naturalistico con servizi di accoglienza e ristorazione). L’accordo di programma risale al 4 gennaio 2012. La consegna dei lavori è avvenuta il 16 marzo 2015. A metà novembre i lavori dovrebbero essere terminati. Lo stato di avanzamento autorizza a pensare a uno slittamento. Ma la situazione peggiore riguarda il parterre di Massimiliano d’Asburgo. Un cartello in quattro lingue racconta del gelo invernale del 2012 e del caldo africano del 2013 a cui si sono aggiunti numerosi funghi patogeni che hanno raso al suolo le siepi. E, in effetti, crescono funghi al posto dei fiori. Ma non sembrano commestibili. «Il parterre sarà completamente ripiantato recuperando i criteri compositivi paesaggistici del giardino ottocentesco». Il ripristino è avvenuto, stando al cartello, tra 2013 e 2014. A guardarlo, il parterre sembra invece ciò che resta dopo il passaggio di Attila diretto ad Aquileia dove Caburlotto dirige il Museo archeologico. Ha pure provato anche a chiuderlo la domenica per carenza di personale. Ma la politica regionale non glielo ha consentito. Peccato. Forse avrebbe trovato il tempo per farsi vedere a Trieste ed essere nella foto ricordo della commissione davanti al castello di Miramare dove perlomeno i fiori ci sono. Peccato per la fontana sporca, senz’acqua e senza pesci. «Finiamola qua - chiude la seduta Zerjul -. Tanto Caburlotto non c’è».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo