Minori stranieri dai salesiani di Gorizia: «Incassano un milione l’anno»

Il forzista Gentile denuncia: «È quanto frutta alla cooperativa sua emanazione. Nell’ex convitto San Luigi un business con chi arriva in Italia non accompagnato»
Bumbaca Gorizia 22.08.2015 San Luigi Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 22.08.2015 San Luigi Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA «Il San Luigi, tolto all’uso di tutti i cittadini che la frequentavano per trasformarlo in un centro d’accoglienza, frutta ai salesiani e alla loro cooperativa oltre un milione di euro l’anno. Questa è la somma che incassa la coop emanazione dell’istituto religioso grazie a quanto percepisce da Stato e Comune (rimborsato poi dalla Regione) per la gestione dei minori non accompagnati».

San Luigi, ai salesiani il centro per accoglienza minori stranieri


A lanciare il sasso è Fabio Gentile, capogruppo di Forza Italia che interviene dopo l’sos lanciato nei giorni scorsi dall’assessore comunale Silvana Romano. «Ho fatto quanto era nelle mie possibilità, assieme all’allora sindaco Romoli, per impedire che il convitto salesiano del San Luigi diventasse un hot spot per minori: un business con pochi uguali. Una struttura levata alla città di Gorizia, a solo ed esclusivo uso di presunti minori che all’interno sono trattati come in albergo a quattro stelle. E il San Luigi – attacca con veemenza il consigliere comunale – potrebbe avere il doppio della capienza attuale, se solo qualcuno lo volesse, lo ritenesse opportuno o fosse consigliato a farlo. Sappiamo bene da dove arrivano questi minori che, alle volte, nemmeno minori sono, e che di sicuro non fuggono da nessuna guerra. Ci sono nazioni (l’Egitto, ad esempio) che si rifiutano per rispetto della privacy di fornire i dati delle famiglie da cui questi giovani sono partiti. Vi pare normale? Se un figlio scappasse di casa, una famiglia non lo cercherebbe? Non è così evidentemente, visto che sono, in maggioranza, ragazzi vicini alla maggiore età che il più delle volte cercano parenti ed affini che si trovano in Italia o altri Paesi europei e che in questo modo vanno ad incrementare il lavoro minorile o peggio ancora possono finire nelle mani della criminalità organizzata e diventare facile preda di reati vicini alla droga o anche peggio di pedofilia se non anche la vendita di organi, come documentato da diverse trasmissioni ed inchieste giornalistiche».

Gentile è assai poco gentile nella circostanza. E va giù duro. «È ora di finirla di parlare di minori non accompagnati come se fossero degli inermi bambini privi di difesa ed intimoriti dalla lontananza da casa o dagli affetti familiari. Sono, invece, minorenni spediti altrove dalle loro stesse famiglie. La più grossa percentuale è, invece, una tratta di minori che vengono utilizzati per chissà quale fine, da organizzazioni criminali. Peraltro è facile capire che, con la grossa comunità bengalese nella vicina Monfalcone, una fetta di rintracci di minori arrivi da quel paese perché chiaramente, alla maggiore età, si può inserire con facilità nel circuito anche del lavoro in nero o sottopagato del vicino cantiere, dove gli sfruttatori, spesso anche italiani, la fanno da padrone».

L’esponente forzista non è molto fiducioso. «Non saranno, purtroppo, le lagnanze e il completo prosciugamento di fondi, a discapito della comunità italiana e dei tanti immigrati regolarmente nel nostro Paese, dell’assessore Romano, del sindaco Ziberna e di altri a cambiare la situazione, ma serve una revisione urgente di una legge approvata, sull’onda del pietismo istituzionale, dal governo il 29 marzo 2017. Una legge che per quanto si affermi che è la migliore del mondo, non è finanziata mai a sufficienza. Inutile comprare la Ferrari per tenerla in garage o mettere la benzina sufficiente per fare un giro in corso Italia. A senso unico». –

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