Minorenne partorisce in casa e nasconde il feto morto nell'armadio

La giovane è arrivata all'ospedale San Polo di Monfalcone assieme alla madre con un’importante emorragia uterina
L'ospedale San Polo di Monfalcone
L'ospedale San Polo di Monfalcone

MONFALCONE Partorisce in casa a soli 16 anni e il feto, senza vita, viene rinvenuto nell’armadio, contenuto in una borsa. È accaduto a una minorenne residente a Ronchi dei Legionari. Tutto risale alla giornata di venerdì, quando la ragazza, accompagnata dalla madre, è giunta all’ospedale San Polo di Monfalcone accusando un’importante emorragia uterina.

Ma del feto privo di vita, davanti ai sanitari intervenuti per bloccare l’evento emorragico, non è stato riferito nulla. La ragazzina, infatti, anche a fronte dei dubbi e interrogativi pure posti dai sanitari, avrebbe sempre negato di essere incinta.

Finchè la madre, secondo quanto s’è potuto apprendere, nel rientrare a casa per prelevare il pigiama e quanto necessario per la degenza in ospedale della ragazza, ha trovato il feto nell’armadio, all’interno di una borsa. E lo ha riferito quindi ai sanitari del San Polo.

Da qui l’intervento delle forze dell’ordine che hanno avviato una indagine. Gli atti dell’inchiesta, affidata ai carabinieri della Compagnia cittadina, sono stati inoltrati ieri mattina al Tribunale dei minori di Trieste, in relazione alla ragazzina, e alla Procura di Gorizia in ordine in particolare alle verifiche e acquisizioni di elementi all’ospedale di San Polo. Al momento, peraltro, non risultano ipotesi di reato.

Don Renzo: «Stiamo più vicini ai giovani»
Don Renzo Boscarol

Intanto è attesa l’autopsia sul feto, attualmente custodito all’obitorio del San Polo, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Quanto accaduto è un evento tanto delicato quanto complesso, per il quale rimane lo stretto riserbo da parte degli inquirenti. Gli elementi a disposizione sono piuttosto frammentari, e richiedono necessari e opportuni approfondimenti, tenendo comunque conto del coinvolgimento di una minorenne. Che sarà, del resto, inevitabilmente supportata da personale specializzato proprio in ordine alle dinamiche psicologiche che sottendono a questa grave circostanza e all’età stessa della ragazzina.

I fatti dunque riconducono alla giornata di venerdì. In tarda mattinata, verso mezzogiorno, la sedicenne, che a giorni compirà 17 anni, si è presentata al Pronto soccorso assieme alla madre, per un’importante emorragia uterina. Dopo le prime verifiche sanitarie in Pronto soccorso, la ragazza è stata ricoverata al reparto di Ginecologia-Ostetricia dove è stata sottoposta ad un intervento di revisione e raschiamento della cavità uterina. Intervento che ha permesso di fermare l’evento emorragico, mettendo così in sicurezza la salute della puerpera, fino a ieri ricoverata in reparto.

Il tutto, a fronte della redazione del referto medico e dei prelievi del materiale biologico da sottoporre ad analisi.
Atti, compresa la cartella clinica della puerpera, che sono stati acquisiti dagli inquirenti.
Il fatto che la ragazza abbia avuto un’importante emorragia, fa ipotizzare uno stadio avanzato della gravidanza, comunque non limitata ai primi mesi, anche se a stabilirlo sarà l’autopsia, che dovrà appurare altresì il momento della morte del feto rispetto al parto prematuro.

La ragazza, da parte sua, secondo quanto risulta, avrebbe comunque continuato a negare il suo stato di gravidanza, anche davanti alle domande degli inquirenti. Facendo capire, piuttosto, di esserne all’oscuro, di fronte al feto successivamente rivenuto nell’armadio. Feto scoperto proprio dalla madre il giorno successivo al ricovero in ospedale della ragazza, quando, recuperando gli indumenti di cambio per la figlia, ha rinvenuto quella borsa nell’armadio. Con ciò, pertanto, a presupporre che i genitori fossero ignari della gravidanza della figlia, scoperta nel modo più doloroso e drammatico.

Un caso, di fatto, che rimane ancora tutto aperto, che alle poche certezze pone tanti interrogativi.
Gli elementi e le circostanze che gli inquirenti dovranno chiarire, pur nell’inconfutabilità del feto nascosto nell’armadio dell’abitazione, spaziano su tutta una serie di aspetti.

A partire dal parto prematuro, avvenuto in casa. Un evento complicato da gestire, non privo peraltro di possibili rischi per la partoriente e per il feto. Come non facile appare mantenere in qualche modo nascosto l’evolversi di una gravidanza, non foss’altro per tutte le implicazioni fisiologiche e di attenzione che comporta.
Sarà comunque l’autopsia a fornire elementi importanti, al fine di stabilire innanzitutto lo stadio del feto e di risalire al momento della morte.
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo