Minacce di morte e regolamenti di conti: i pericolosi intrecci dell’avvocato in fuga a Trieste

Emerge un’indagine a carico di un conoscente di Pironti per atti persecutori nei suoi confronti. Il blitz sotto l’abitazione
Lasorte Trieste 11/07/20 - Costiera, Uomo fermato dalla Polizia, NON FIRMARE
Lasorte Trieste 11/07/20 - Costiera, Uomo fermato dalla Polizia, NON FIRMARE

TRIESTE Nel torbido mondo di droga e spaccio dell’avvocato Paolo Pironti, il quarantasettenne triestino arrestato venerdì scorso dalla Squadra Mobile dopo gli spari e l’inseguimento a Barcola, c’è anche una misteriosa vicenda di minacce di morte e molestie.

Pironti, in questo caso, sarebbe però la vittima: il bersaglio di qualcuno che ce l’aveva con lui e voleva fargliela pagare. Un regolamento di conti, insomma.

Dai carteggi giudiziari, in effetti, spunta un’indagine a carico di un conoscente di Pironti, il quarantanovenne triestino Fabio Polese: un ex meccanico (e dj per hobby), che nel maggio del 2004 era finito nel mezzo di un’inchiesta su un traffico di cocaina con la Croazia. Lo stupefacente, così riferivano le cronache dell’epoca, era destinato ai festini e alle serate triestine.

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Foto BRUNI Trieste 10-07-.2020 Barcola: inseguimento con sparatoria della Polizia


Cosa c’entra dunque Polese (l’uomo risulta agli arresti domiciliari) con Pironti? L’avvocato triestino lo ha accusato di una serie di atti persecutori. Episodi che sarebbero avvenuti in tempi relativamente recenti: il 5 settembre dell’anno scorso, ad esempio, Pironti avrebbe incontrato di persona Polese. In quell’incontro l’avvocato sarebbe stato minacciato: «Con te faremo i conti, testa di c...», questo si è sentito dire. Polese, inoltre, avrebbe riferito a certe «comuni conoscenze» che intendeva ucciderlo, «spaccargli la bocca», «picchiarlo» e che «voleva mandare qualcuno a casa sua a sistemarlo».

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Minacce che sarebbero state postate anche su Instagram facendo riferimento a «quello di Barcola» (la zona in cui effettivamente risiede Pironti, ndr). In questi messaggi diretti all’avvocato, Polese avrebbe scritto «hai il tempo contato, è arrivato il momento di fare i conti». Messaggi talvolta accompagnati da video e da fotografie della strada di accesso dell’abitazione di Pironti. Con queste parole: «Prima o poi ritorni a casa e vedrai chi trovi».

Il 22 gennaio, inoltre, Polese si sarebbe anche recato di persona sotto l’alloggio dell’avvocato urlando offese e minacce di morte.

Cosa c’è dietro a tutto ciò? Perché Polese - se è vero quanto ha riferito Pironti - ce l’aveva tanto con lui? C’è una connessione con il giro di droga su cui sta indagando la Mobile? «Prendo atto della situazione - osserva la legale che difende Polese, l’avvocato Laura Luzzato Guerrini - ma ad oggi non posso rilasciare alcuna dichiarazione. Forniremo qualsiasi chiarimento, eventualmente, agli inquirenti».

Ma Pironti non sarebbe l’unico bersaglio. Nelle carte giudiziarie compare anche un’altra vittima (fin qui presunta) di Polese: è il quarantaseienne triestino F.B., curiosamente proprio il proprietario del Suv bianco su cui Pironti scappava venerdì. Pure lui sarebbe stato minacciato con le stesse modalità dell’avvocato arrestato. Stando ai documenti, inoltre, lo scorso 7 gennaio il quarantaseienne è stato anche picchiato con un pugno al volto.

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Foto BRUNI Trieste 10-07-.2020 Barcola: inseguimento con sparatoria della Polizia


Le due vicende saranno discusse mercoledì in udienza davanti al gup Luigi Dainotti. In quell’occasione, forse, verranno a galla i retroscena ancora oscuri: legami, conti in sospeso, intrecci.

Pironti, intanto, sarà sentito in carcere questa mattina per l’interrogatorio di convalida dell’arresto di venerdì. Sarà lo stesso giudice Dainotti a occuparsene. L’avvocato triestino, assistito dal legale Antonio Cattarini (pm Maddalena Chergia), dovrà rispondere di detenzione ai fini di spaccio di hashish e cocaina, violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. E, ancora, porto di oggetti atti a offendere, cioè il serramanico che i poliziotti della Squadra Mobile gli hanno trovato addosso dopo il rocambolesco arresto nel parcheggio dell’Hotel Riviera. È lì che la Polizia è riuscita a catturare Pironti dopo la pericolosa fuga a Barcola. Una fuga a zig zag, a gran velocità, talvolta contro mano, tra i bagnanti terrorizzati. E con una ruota bucata dalle pallottole che gli agenti dell’Antidroga avevano esploso nel tentativo di fermare l’avvocato. —


 

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