Mille migranti a piedi dalla stazione di Budapest verso l'Austria VIDEO

I profughi si sono messi in moto dopo che le autorità hanno fatto fermare i convogli diretti a Ovest. In 300 sono fuggiti dal campo di Roszke
Hundreds of migrants cross the river Danube in Budapest, Friday Sept, 4, 2015, after they decided to walk toward Austria. Thousands have been camped out at Budapest's Keleti train station for days, before they decided to try and reach their destination on foot. (AP Photo/Bela Szandelszky)
Hundreds of migrants cross the river Danube in Budapest, Friday Sept, 4, 2015, after they decided to walk toward Austria. Thousands have been camped out at Budapest's Keleti train station for days, before they decided to try and reach their destination on foot. (AP Photo/Bela Szandelszky)

BUDAPEST Incalzati dalle parole di Viktor Orban, che è tornato a definirli una «minaccia per l’Europa», i migranti tentano in queste ore la fuga dall’Ungheria diretti in Austria e Germania. Circa in mille si sono messi in movimento partendo dalla stazione ferroviaria della capitale, che ha visto solo treni fermi per ordine del premier nazionalista: le autorità hanno fatto cancellare le partenze dei convogli diretti a Ovest.

Budapest, la decisione dei migranti: partono a piedi verso l'Austria

In Ungheria nel frattempo si è registrato il nuovo record di arrivi in un giorno: 3.313 profughi e migranti sono giunti nel giro di 24 ore. Ed è altissima la tensione nel campo profughi di Roszke. Circa 300 persone sono fuggite e la polizia è stata costretta a chiudere «temporaneamente» in quell’area il confine con la Serbia. Nel campo vi sono ancora 2.300 migranti, che, secondo le autorità, minacciano di evadere se le loro richieste non saranno accolte entro due ore. Altre decine sono evase dal campo di Bicske.

Angela Merkel e Francois Hollande hanno chiesto all’Ue che «al massimo entro la fine dell’anno» vengano costituiti in Italia i centri di smistamento (i cosiddetti ’hotspot’) di migranti. «Devono essere messi in piedi il più presto possibile», scrivono il cancelliere tedesco e il presidente francese in una lettera inviata al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e al presidente dell’Unione europea, Donald Tusk, il cui contenuto è stato riportato in una conferenza stampa da Steffen Seibert, portavoce di Merkel. «Strettamente legato al noto degli hotspot», ha aggiunto Seibert, vi è il tema della distribuzione dei rifugiati, in base a un principio di solidarietà, tra tutti gli Stati membri. Abbiamo urgente bisogno di un meccanismo vincolante e sostenibile per la sistemazione di queste persone«.

Intanto, negli Stati Uniti l'apprensione è alta e la previsione è che la crisi migratoria durerò almeno vent'anni. L'esodo di migranti e rifugiati dalla Siria e dal Nordafrica verso l'Europa è «una emergenza enorme, una crisi reale»: lo afferma uno dei massimi vertici del Pentagono, il generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore delle forze armate Usa. In una intervista esclusiva alla Abc, Dempesy si è quindi detto «preoccupato» e ha sottolineato la necessità per tutti di agire «sia unilateralmente che con gli alleati», considerando ciò che sta avvenendo «come un problema generazionale» e mettendo sul piatto adeguate risorse che permettano di affrontare la crisi per almeno 20 anni.

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