Migranti, Vienna e Berlino aprono i confini

Migliaia di profughi passano la frontiera con l’Ungheria La Germania: «Misura straordinaria, niente limiti ad asilo»
Di Maria Rosa Tomasello
Un treno con "oltre 500 migranti" a bordo è arrivato alla stazione di Monaco, in Germania, proveniente dall'Austria, 5 settembre 2015. ANSA/CLAUDIO ACCOGLI
Un treno con "oltre 500 migranti" a bordo è arrivato alla stazione di Monaco, in Germania, proveniente dall'Austria, 5 settembre 2015. ANSA/CLAUDIO ACCOGLI

ROMA. Tutto cambia superato il confine con l’Austria, perché è qui che finisce dopo migliaia di chilometri e settimane di fatica e stenti, il viaggio della disperazione e comincia quello della speranza. È notte inoltrata quando i primi profughi oltrepassano la linea della frontiera: a piedi, sotto la pioggia battente, perché la polizia ungherese ha impedito ai pullman fatti arrivare a Nickelsdorf dalle autorità austriache di passare dall’altra parte a prenderli. Poche decine di metri, gli ultimi. Ma bastano a rovesciare la situazione: l’Austria accoglie i migranti che fuggono dall’Ungheria spalancando le braccia: cibo e bevande calde, scarpe, coperte, volontari, poliziotti fermi ma gentili: «Mi sento a casa, questa è una grande terra: bella gente, bel governo» dice Ayaz Morad, uno dei primi a mettere piede sul suolo austriaco. Ad accogliere i migranti c’è anche il cardinale di Vienna Christoph Schonborn. La polizia e i volontari li informano: possono essere condotti al campo di accoglienza della Croce rossa o ripartire in treno alla volta di Vienna, Salisburgo, Monaco di Baviera, e molti riprendono il viaggio. In poche ore 6500 persone arrivano in Austria: non solo i 1200 che sono partiti a piedi da Budapest, dunque, ma anche le migliaia bloccate nei campi profughi e alla stazione Keleti, nella capitale ungherese.

Scendono uno dopo l’altro dai cento pullman che a tarda notte l’Ungheria ha deciso di mettere a disposizione dopo il via libera di Austria e Germania all'ingresso dei rifugiati nel loro territorio «a causa dell'attuale situazione al confine», per evitare il rischio di «escalation». È da poco passata mezzanotte quando, dopo un colloquio con Orban e in coordinamento con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il primo ministro austriaco Werner Faymann annuncia l’apertura su Facebook: «Al contempo ci aspettiamo che l'Ungheria rispetti i suoi obblighi europei - sottolinea - compresi quelli derivanti dalla convenzione di Dublino», oltre all’«equa distribuzione dei profughi».

Ma la decisione che abbatte il muro di Dublino ha una durata effimera. Lo precisa, in serata, il portavoce del governo tedesco Georg Streiter dopo un colloquio tra Merkel e Orban: i due leader concordano «sul fatto che il passaggio dei migranti dovuto alla situazione di emergenza, è stata un’eccezione» e convengono sulla necessità di rispettare gli obblighi europei, «compresi quelli di Dublino». Non ci saranno più autobus per trasportare i migranti al confine, aveva già fatto sapere in mattinata il governo Orban.

Ma i migranti non si fermano: attorno a mezzogiorno centinaia di persone intenzionate a raggiungere Austria e Germania prendono nuovamente d’assalto la stazione ferroviaria di Budapest, ma di fronte al blocco di treni e dei pullman, in cinquecento, forse di più, decidono di incamminarsi a piedi verso la frontiera, finché molti, allarmanti dalla notizia di una chiusura della frontiera a mezzanotte, salgono in vari punti del Paese sui treni locali diretti al confine.

«I nostri poliziotti non useranno la forza per fermare famiglie e bambini» assicura il ministro dell’Interno austriaco Johanna Mikl-Leitner, sottolineando che fra i primi 3mila arrivati solo una decina ha chiesto asilo in Austria. «Gli altri vogliono proseguire, soprattutto verso la Germania». Secondo una stima della polizia tedesca, nella sola giornata di ieri potrebbero essere arrivate in Germania tra le 5 e le 10mila persone; 10mila i profughi in arrivo stimati dall’Austria.

Angela Merkel manda un nuovo messaggio rassicurante. Ai rifugiati, ma anche i suoi cittadini: «Il diritto all’asilo non ha un limite riguardo al numero dei richiedenti. Come Paese forte ed economicamente in salute possiamo garantire a ogni richiedente asilo un corretto esame della sua istanza». Di più: Berlino potrà accogliere e gestire i 104.450 profughi arrivati in agosto e gli 800mila che potrebbero aggiungersi «senza alzare le tasse né porre a rischio il pareggio di bilancio». Come contrappeso viene ipotizzato il respingimento di 75mila richieste provenienti da migranti economici provenienti dai Balcani.

Sull’onda dell’emozione, intanto, il clima cambia anche in Gran Bretagna: dopo che il premier David Cameron ha annunciato l’accoglienza di «migliaia» di profughi siriani, oltre 40 Comuni hanno risposto all'appello della ministra ombra dell’Interno Yvette Cooper - candidata alla leadership laburista - per ricevere profughi siriani.

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