Centro per migranti in via Udine a Trieste, FdI lo boccia e va all’attacco del vescovo
Il neocoordinatore comunale Giacomelli: “Al vescovo noi diciamo che se lui parla alle anime, noi ci rivolgiamo ai cittadini”

No al nuovo centro di accoglienza per migranti di via Udine. Non usa mezzi termini il neocoordinatore comunale di Fratelli d’Italia, Claudio Giacomelli, nel suo discorso di insediamento. Partendo da una premessa: non dimenticare ciò che l’elettorato di destra vuole, ovvero debellare l’immigrazione clandestina. Un tema caldo a Trieste, per il confine, più che nel resto d’Italia.
«Gli arrivi dalla rotta balcanica nell’ultimo anno sono dimezzati, ma questi risultati non li stiamo vedendo ancora abbastanza sulle nostre strade – dice Giacomelli –. E ciò perché la nostra città negli ultimi anni ha dato tutto quello che poteva dare in termini di accoglienza, così come il rione che gravita attorno a via Udine. Pertanto la nostra posizione sul nuovo centro di accoglienza è chiara: noi siamo contrari. E in risposta al vescovo noi diciamo che se lui parla alle anime, noi ci rivolgiamo ai cittadini. Ed è un pessimo segnale quello di dire a chi vive tra via Udine e via San’Anastasio che esiste un nuovo centro di accoglienza per persone irregolari e senza permesso di soggiorno. È su temi come questo che Fratelli d’Italia continuerà a dare battaglia».
Per parlare ai cittadini, però, ammonisce Giacomelli, è necessario continuare a essere presente nei quartieri. «Se guardiamo i dati delle elezioni in Italia, ma anche in tutto il mondo occidentale, questi ci dicono che nei centri urbani il centrosinistra, nonostante la sua poca credibilità, ha maggiori consensi rispetto al centrodestra. Ecco perché serve un coordinamento cittadino e perché è necessario lavorare nei quartieri con i nostri consiglieri circoscrizionali».
Giacomelli, avvocato, consigliere regionale e già coordinatore provinciale, è stato eletto per acclamazione dalla settantina di iscritti presenti al congresso comunale che si è tenuto ieri mattina nella sala Unicusano di via Fabio Severo. A introdurre i lavori il consigliere regionale e candidato sindaco di Pordenone Alessandro Basso, il quale ha ricordato come «Giacomelli ha la duplice responsabilità di fare il coordinatore in una città importante per Fdi come Trieste e di essere figlio di una persona che tanto ha dato nella storia della destra triestina e regionale (Sergio Giacomelli, ndr)».
Prima dell’elezione c’è stato il tempo per i saluti dei rappresentanti locali degli altri partiti della coalizione. «Il centrodestra è condannato a non divorziare – le parole del leghista Everest Bertoli – perché ce lo chiede la maggioranza silenziosa degli italiani. E finché lo faremo con passione e lealtà nessuno ci potrà fermare». Michele Lobianco, per Forza Italia, ancora rapito dalle sirene sanremesi cita Riccardo Cocciante: «Se stiamo insieme ci sarà un perché – ricorda – e il motivo è dato dal fatto che al netto di momenti distintivi e fasi dialettiche vigorose, sulle cose serie convergiamo sempre. Sono i principi e i valori che ci portano a essere portatori di un’idea: quella di servire la nostra città e la nostra Patria».
Concetti ripresi anche da Carlo Grilli, in rappresentanza di Idea Giuliana. Infine Walter Rizzetto, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia: «Non dobbiamo pensare di avere già vinto le sfide per i sindaci di Pordenone e Monfalcone – questo il suo ammonimento – così come a Trieste nel 2027 solo perché abbiamo una certa percentuale e un presidente del Consiglio come Giorgia Meloni, dobbiamo perciò fare quadrato e aumentare l’impegno in vista delle prossime sfide elettorali». —
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