Migranti, tornano i bivacchi lungo le rive dell’Isonzo
Ricomparsi subito dopo essere stati smantellati. L’ultimo intervento dei vigili nel Parco di Piuma. Il vicesindaco: «Il fiume è pericoloso, devono starne lontani»

Bumbaca Gorizia 27.02.2019 Parco di Piuma - Isonzo © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
GORIZIA Probabilmente non hanno mai smesso di frequentarle. Nonostante i mille appelli della Prefettura, della Questura, del Comune, della Caritas diocesana, dei volontari. Nonostante i cartelli che indicano nei loro idiomi la pericolosità del fiume, soggetto a piene improvvise, complice anche la regolamentazione della diga di Salcano.
Non c’è niente da fare. I richiedenti asilo hanno “eletto” le rive dell’Isonzo a luogo preferito dopo passare le mattinate e i pomeriggi. D’estate si fanno anche un bagno, d’inverno cucinano, parlano fra di loro, passano il tempo. Anche se il fenomeno-immigrazione appare oggi sotto controllo e a tutti i migranti presenti a Gorizia sono stati garantiti un letto e un tetto sopra la testa, nel corso della giornata in molti continuano a raggiungere le sponde del fiume. E bivaccano. Solitamente la zona prescelta è quella che degrada dal quartiere fieristico di via della Barca o da via Lungo Isonzo Argentina. Ma, questa volta, i vigili urbani sono intervenuti al parco di Piuma.
A spiegare le fasi dell’intervento, avvenuto qualche giorno fa, è il vicesindaco e assessore alla Polizia locale, Stefano Ceretta. «Nella zona sottostante la pesa pubblica ci sono due gazebo. In quell’area - spiega Ceretta - bivaccava una decina di persone, richiedenti asilo afghani e pakistania. A terra c’erano materassini, coperte, cibo, di tutto. Pare anche che cucinassero con l’ausilio di un fornelletto da campo. La segnalazione è arrivata da alcuni concittadini e, immediatamente, è intervenuta la Polizia locale. Successivamente, sono entrati in azione anche gli operatori di Isontina Ambiente per la rimozione di quanto era rimasto. Il nostro non è accanimento. Semplicemente, non si può bivaccare sulle rive dell’Isonzo. Passeggiare è naturalmente consentito, ma non fermarsi a campeggiare e a farsi anche da mangiare», taglia corto l’assessore Ceretta.
«Abbiamo sgomberato quel bivacco - fa eco il comandante della Polizia locale, Marco Muzzatti -. Si trattava di persone regolarmente alloggiate ma che, durante il giorno, si danno appuntamento sulle rive del fiume. Continueremo a tenere monitorate tutte le zone. L’abbiamo spiegato più volte che là non si può bivaccare perché l’Isonzo è pericoloso». Quindi, nei prossimi giorni, ci sarà un ulteriore giro di vite nei controlli.
Va rimarcato che gli appelli, sino ad oggi, sono caduti miseramente nel vuoto. Tant’è che, ieri mattina a Piuma, c’erano già i segni di nuovi bivacchi. Le sponde dell’Isonzo, o “the jungle”, volendo utilizzare l’appellativo con cui i richiedenti asilo hanno ribattezzato quella zona, continuano ad essere meta dei migranti e, a terra, molte volte non è difficile trovare rifiuti, barattoli, pentole, griglie e fuochi più o meno improvvisati.
Una situazione ormai già nota nel parco sull’Isonzo sia sotto via Lungo Isonzo Argentina sia in via della Barca ma che, da qualche mese, è interessato anche il parco di Piuma. Di recente era stato il consigliere comunale leghista Altinier a denunciare ciò che accadeva nella zona di Piuma nel conosciutissimo “quadrato” dove molti goriziani (e non solo) si godono l’estate a fare il bagno e prendere il sole sull’Isonzo. «Ho ricevuto - disse - le segnalazioni dei molti rifiuti abbandonati tra cui piatti in plastica e altra minuteria usata per i pasti, abbandonano tutto dove capita e poi si spostano per continuare a godersi il parco senza la sporcizia. Molti goriziani puliscono da tempo la zona per mantenere salubre il posto, ma quest’ultimo episodio ha stupito i cittadini ancora di più. I richiedenti asilo lasciano asciugamani distesi sul posto come ad indicare che sia un posto “riservato” a loro». Una storia che si ripete. —
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