Migranti, l’Austria contro la Turchia: «Ricatta Ue e greci» Scontri al confine

I ministri degli Esteri Ue al vertice a Zagabria: situazione inaccettabile. Ma Erdogan a Merkel: «Ora un nuovo patto con Bruxelles»
Migranti sulla rotta balcanica
Migranti sulla rotta balcanica

ZAGABRIA Mentre a Zagabria i ministri degli Esteri della Ue erano impegnati ieri in un consiglio straordinario sui temi della migrazione, al confine greco-turco, scoppiavano nuovi scontri tra i migranti e la polizia greca, che ha usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua, i fuggitivi hanno risposto lanciando pietre. Fonti riferiscono che gas lacrimogeno è stato utilizzato anche dalla polizia turca. Intanto, sempre sul piano diplomatico, il premier austriaco Sebastian Kurz ha accusato la Turchia di «estorsione» nei confronti dell’Unione europea. Una situazione, dunque, tutt’altro che in via di risoluzione.

Migliaia di migranti ai confini con la Grecia. La minaccia di Erdogan allarma l’Europa
Migranti sulla rotta balcanica


Ieri mattina, dopo una breve scaramuccia, centinaia di rifugiati si sono radunati vicino al valico di frontiera di Pazarkula sul lato greco del confine, gridando: «Libertà», «Pace» e «Aprite la porta». Alcune persone hanno legato striscioni sul filo spinato su cui capeggiava la scritta: «Vogliamo vivere in pace". Le autorità greche hanno accusato i turchi di aver lanciato gas lacrimogeni e bombe fumogene sul lato greco del confine. «Ci sono stati attacchi concertati», ha detto un portavoce della polizia greca. Le forze greche hanno usato un cannone ad acqua per sparare ai fuggitivi, con getti d'acqua che si sono “scontrati” con i gas lacrimogeni usati dalla polizia turca. «Gli attacchi sono coordinati da aeroplani. È un’intimidazione e gli attacchi compiuti dalla polizia turca aiutano i rifugiati ad attraversare il confine», ha detto un portavoce del governo greco. La parte turca ha risposto che il gas lacrimogeno veniva usato in risposta all'uso greco dello stesso gas. Secondo Atene, le autorità turche stanno anche distribuendo strumenti per tagliare i recinti di filo metallico a rifugiati e migranti. Sul lato turco, gli intraprendenti contadini vendono intanto frutta, verdura e acqua in bottiglia ai rifugiati. Le strade sono piene di detriti di plastica lasciati alle spalle da migliaia di migranti che desiderano un futuro migliore nell'Ue.

La situazione in Siria è stata discussa a Zagabria, come detto, anche dai ministri degli Esteri europei. Al vertice è stato sottolineato che la decisione della Turchia di aprire il confine è inaccettabile ed è stata respinta tale pressione politica. «L'Ue sottolinea la seria preoccupazione per la situazione alla frontiera greco-turca e respinge fortemente l'uso della pressione della Turchia a fini politici - è stato sottolineato dai ministri - la situazione alla frontiera esterna dell'Ue non è accettabile. I rifugiati non dovrebbero essere incoraggiati ad attraversare illegalmente le frontiere terrestri o marittime». Il capo della politica estera dell'Ue Josep Borrell ha ribadito che l'Ue deve difendere i suoi confini. «Dobbiamo conciliare il rispetto dei diritti umani dei migranti - ha sottolineato Borrell - con il fatto che non devono attraversare illegalmente i nostri confini». Insomma una sorta di quadratura del cerchio.

Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ci ha messo del suo. Ha criticato la Turchia per aver aperto le frontiere a migliaia di rifugiati ricattando di fatto l’Unione europea. «Questo è l'attacco della Turchia all'Ue e alla Grecia - ha dichiarato - stanno sfruttando le persone per fare pressione sull'Europa. L'Ue non deve acconsentire al ricatto». Kurz ha accusato il presidente turco Erdogan di attirare i rifugiati con false promesse, di farli trasportare al confine con la Grecia, dove stanno cercando di entrare in Europa e vengono utilizzati come armi di pressione sull'Ue. «Posso assicurarvi una cosa - ha dichiarato - se le frontiere esterne dell'Ue non funzionano, allora l'Europa senza frontiere è oramai storia».

Ed Erdogan? Certo non si fa intimidire né cambia rotta e ha dichiarato che manterrà la politica delle «porte aperte» per i rifugiati che vogliono lasciare il Paese e recarsi in Grecia, per raggiungere il territorio dell’Unione europea. «Non abbiamo tempo per discutere con la Grecia se la porta è aperta o chiusa», ha detto Erdogan tornando da Mosca. «Abbiamo aperto le porte. I rifugiati se andranno da soli come possono», ha aggiunto, «non li stiamo espellendo dal Paese. Da quello che posso vedere ci sono cinque casi in cui i greci hanno ucciso persone». E poi chiede alla Merkel una rinegoziazione dell’accordo con l’Ue. Nel colloquio telefonico con la cancelliera Erdogan ha chiesto una revisione degli accordi Ue-Turchia sui migranti, che secondo lui «non funzionano più», ed è tornato ad accusare Atene di violare il diritto internazionale con i respingimenti dei profughi. —


 

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