Migranti in Fvg, la Caritas frena: "Istituzioni disorganizzate"

Il direttore: “Le istituzioni non hanno preparato il campo”. I primi 25 migranti diretti in pullman da Caserta a Lignano

Due barconi con 366 migranti sono approdati nel porto di Lampedusa questa sera 10 aprile 2011. A bordo del primo barcone, proveniente dalla Libia, c'erano 229 persone tra cui 23 donne e quattro neonati. Sul secondo, proveniente invece dalla Tunisia, i migranti erano 147, di cui quattro donne. Con gli ultimi arrivi, i migranti presenti a Lampedusa sono circa 1.300. ANSA / ETTORE FERRARI
Due barconi con 366 migranti sono approdati nel porto di Lampedusa questa sera 10 aprile 2011. A bordo del primo barcone, proveniente dalla Libia, c'erano 229 persone tra cui 23 donne e quattro neonati. Sul secondo, proveniente invece dalla Tunisia, i migranti erano 147, di cui quattro donne. Con gli ultimi arrivi, i migranti presenti a Lampedusa sono circa 1.300. ANSA / ETTORE FERRARI

TRIESTE La Caritas del Friuli Venezia Giulia dice no. Un no secco e irritato alla Regione, non ai venticinque tunisini sbarcati a Lampedusa che stanno raggiungendo il Friuli Venezia Giulia con un pullman partito da Caserta. Il gruppo, si è saputo in serata, dovrebbe essere preso in carico dal centro Getur di Lignano. La Caritas, invece, ha preferito tenersi fuori: «Non siamo disponibili ad accoglierli perché manca un progetto specifico», accusa don Roberto Pasetti, direttore a Trieste e portavoce dei colleghi responsabili nelle tre province. Le Caritas sono enti diocesani e dunque il loro no è, di fatto, un no della Chiesa. Un rifiuto che pesa e che assume i connotati di un giudizio su come la Regione sta gestendo il piano imposto da Palazzo Chigi.

Il sacerdote ha partecipato al tavolo che la Prefettura ha convocato per risolvere l'emergenza. All'incontro c'era il vice-presidente della giunta Luca Ciriani, il Commissario di governo Alessandro Giacchetti, la presidente dell'Upi Fvg Maria Teresa Bassa Poropat e alcune onlus. Serviva trovare subito un tetto per i venticinque immigrati in arrivo e a cui è stato concesso il permesso di soggiorno temporaneo. Ma le Cartitas e le onlus non hanno dato la loro disponibilità. Il perché di questa decisione lo spiega ancora don Roberto Pasetti: «La situazione non è di emergenza, è da più di un mese e mezzo che parliamo con la Prefettura, però non si è costruito né un progetto né una convenzione. Il nostro modo di intervenire - ha aggiunto - non è quello di offrire un luogo come fosse un albergo, ma piuttosto di costruire un percorso di accoglienza e di integrazione. Abbiamo colto le istituzioni impreparate, forse non avevano ben presente come intervenire. Abbiamo l'impressione che la Regione aspetti che questi tunisini se ne vadano all'estero, ma allora per questo non serve la Caritas, basta un albergo».

La presidente Poropat propone la convocazione immediata di un tavolo tecnico: «Ciriani ha detto che potrebbe arrivare un massimo di duecento immigrati, quindi è necessario programmare l'accoglienza e non cercare solo dei luoghi dove mangiare e da dormire come vorrebbe il vice-presidente della Regione. La Caritas ha ragione, così non si lavora, serve un vero progetto di integrazione, altrimenti poi dove vanno queste persone?». Sui siti selezionati dalla Prefettura, ieri, per tutta la giornata è calato il buio. Forse alberghi. Forse altro, si diceva. Il Palazzo del governo, in un comunicato diffuso nel pomeriggio, si limitava a parlare di «un'apposita accoglienza, sulla base delle disponibilità comunicate dagli interpellati del terzo settore. I luoghi saranno scelti secondo l'idoneità all'immediata fruibilità».

Il caso si sblocca in serata. Il centro Getur di Lignano Sabbiadoro è stato allertato ed è pronto ad accogliere i primi venticinque immigrati tunisini che da Lampedusa arriveranno in Friuli Venezia Giulia. Lo ha riferito il direttore della struttura, Enrico Cottognoli. «Abbiamo ricevuto un pre-allarme - ha spiegato - e abbiamo allestito tutta la struttura, le cucine e preparato gli spazi. Al momento - ha aggiunto - non è arrivato nessuno». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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