Migranti in aumento, piano da 2 milioni
TRIESTE. Oltre due milioni di euro, per un piano che spazia dall’integrazione scolastica all’alfabetizzazone per adulti, dalla mediazione linguistica ai progetti locali per richiedenti asilo e rifugiati. La giunta traccia la mappa degli interventi per il 2015 a favore degli immigrati. La delibera dell’assessore Gianni Torrenti, approvata a fine marzo, approda oggi in Consiglio per il parere della sesta commissione, presieduta da Franco Codega del Pd. Con una premessa: l’afflusso dei migranti che arrivano in Fvg autonomamente o vengono trasferiti con l’operazione Mare Nostrum, poi Triton, «sarà in prevedibile aumento». Al momento sono 1.600 i richiedenti asilo, distribuiti a gruppi in una quarantina di Comuni del Fvg. Un numero sceso di qualche unità in queste settimane, anche se «le tensioni internazionali preoccupano e il territorio deve essere pronto», riflette Torrenti.
Ma il corposo documento che accompagna la delibera fa notare innanzitutto come, in generale, la presenza degli stranieri in regione sia una realtà consolidata: stando ai dati Istat, sono 107.917 i residenti al 1 gennaio 2014, l’8,8% della popolazione. Rispetto al gennaio 2013 è un incremento del 5,2%; una ripresa dopo il triennio 2010-12 che aveva segnato il picco più basso della crescita (+3% in media, contro +13% registrato nel pre-crisi 2003-2008). A Udine si contano 41.558 unità, a Pordenone 35.129, a Trieste 19.163 e a Gorizia 12.067. Stando ai dossier regionali, l’apporto al Pil del Fvg sfiora il 10% (8,8% in Italia), 53 mila gli occupati, il 10,6%, mentre il gettito fiscale pesa per il 4,4%, una quota inferiore sia al peso occupazionale che demografico, visto che rappresentano l’8,5% dei contribuenti. Ma è l’effetto di una presenza che si concentra nelle fasce di reddito basse.
È il costante flusso di chi domanda protezione internazionale ad aver coinvolto in questi ultimi mesi il Friuli Venezia Giulia «in misura crescente» e su un doppio fronte: da un lato sulla base delle disposizioni ministeriali (Mare Nostrum, Triton), dall’altro e gli ingressi via terra. Una condizione, puntualizza la giunta, «fortemente ribadita dal governo regionale, che espone significativamente il Friuli Venezia Giulia e che impone che il piano nazionale tenga conto delle nostre peculiarità, ai fini di una equa distribuzione dei richiedenti asilo».
La delibera di Torrenti non ha i toni dell’emergenza, ma li sfiora. Con precisi altolà. Ecco la necessità di predisporre vere e proprie reti di assistenza e soccorso, in collaborazione con i Comuni, in una logica «di accoglienza diffusa» sul territorio. Sono comunque 7 gli ambiti di azione, per complessivi a 2 milioni 271 mila euro (un calo di 250 mila su cui la giunta potrebbe intervenire in assestamento, in caso di necessità), e interessano in primo luogo gli stranieri residenti, con precise azioni di integrazione scolastica (630 mila euro), compreso l’apprendimento dell’italiano allargato anche agli adulti (190 mila), la mediazione linguistica (150 mila) e il supporto a chi è oggetto di violenza e sfruttamento (30 mila). A ciò si aggiungono le strutture per l’ospitalità temporanea e i servizi di inserimento abitativo (440 mila, con il 50% per italiani), i microprestiti per gli affitti (40 mila) e i piani territoriali, che prevedono sportelli informativi anche per l’accesso lavorativo e agli strumenti di welfare, oltre a iniziative di dialogo interculturale (600 mila).
I progetti locali per i richiedenti asilo e i rifugiati beneficeranno di 150 mila euro, oltre ai 15 mila assegnati per i territori più vicini a Gradisca, dove ha sede il Cara. I 150 mila euro sono diretti ai Comuni che, in forma singola o associata, promuovono l’inserimento, la conoscenza e «l’accettazione reciproca» tra persone accolte e comunità ospitante. Nel ventaglio di proposte realizzabili nelle singole località regionali, rientrano anche i corsi di formazione e le attività di cura e pulizia di strade, sentieri e verde pubblico. Un ulteriore contributo di 41 mila euro, infine, servirà per il coordinamento tra i gestori del sistema Sprar, dunque Caritas e onlus.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo