Migranti, il diritto di asilo è sancito dalla Costituzione e a livello europeo: «Va applicato»

La presentazione anche a Trieste del report 2023 sui flussi mondiali

Francesca Schillaci
Foto Bruni Trieste 06.03.24 SILOS: incontro con l'opposizione
Foto Bruni Trieste 06.03.24 SILOS: incontro con l'opposizione

TRIESTE Il diritto d’asilo e le migrazioni forzate sono il cuore del “Report 2023: liberi di migrare o di restare”, elaborato dalla Fondazione Migrantes e presentato anche a Trieste, nella serata di ieri, martedì 12 marzo, al Centro culturale Veritas, dove i relatori hanno spiegato cosa sia il diritto di asilo e illustrato i dati che inquadrano la situazione in Italia e in Europa.

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Il direttore del Centro Veritas Luciano Larivera ha moderato gli interventi del vescovo Enrico Trevisi, di Cristina Molfetta, curatrice del report e antropologa culturale, di Gianfranco Schiavone, presidente Ics e coautore del report, e di monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes.

«Bisogna riferirsi sempre a uno storico di 10 anni – ha spiegato Molfetta – e non solo al momento attuale per capire che i dati del 2023 in Europa e in Italia spaventano molto perché ci si è dimenticati del grande afflusso di migranti che si era verificato anche prima del Covid».

Nel 2023 si sono registrati 1.140.000 richiedenti asilo nell’Ue (il 18% in più del 2022) di cui 350 mila in Italia. «Un dato apparentemente inquietante – così Molfetta – fino a che non si considera che l’Italia è il 16.mo paese come accoglienza».

I paesi con più rifugiati al mondo sono Turchia e Iran (3,4 milioni), Germania e Colombia (2,5 milioni) e Pakistan (2,1 milioni). «Dati inquietanti, dove dietro ogni numero c’è una persona con una storia personale», ha detto Trevisi. «Ad oggi – ha sottolineato Schiavone – nel mondo sono 114 milioni le persone costrette a spostarsi a causa di guerre, carestie, problemi climatici. L’asilo è un diritto a tutti gli effetti, presente anche nella Costituzione italiana e nel diritto internazionale dell’Ue, e va applicato».

Nel 2022 il fenomeno ha visto al centro la rotta balcanica, con il 45% degli ingressi. Nel 2023, invece, centrale è stata la rotta del Mediterraneo, che ha fatto registrare 2.300 morti a fine agosto. «Il 2023 è l’anno in cui sono morte più persone».

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