Migranti, a Gradisca si prepara il raddoppio Cpr verso l’apertura ma resta anche il Cara
Parte il bando per la gestione della nuova struttura da 150 persone, l’altra ne può ospitare 200. Rinforzi alla sicurezza

Bumbaca Gorizia 15.10.2015 Gradisca, profughi al CIE Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Gradisca, il corteo per protestare contro l'apertura di un Cpr
GRADISCA La doccia fredda, seppure da qualche tempo fosse nell’aria, è servita: Gradisca d’Isonzo ospiterà tanto il Cara quanto l’ormai nascituro Cpr, diventando l’unica cittadina di tutto il Nord Italia a fare i conti – nella stessa area – con ambedue le tipologie di strutture per migranti. «Un affronto non solo alla nostra cittadina, ma a tutta la politica regionale», sintetizza il sindaco della Fortezza isontina Linda Tomasinsig, con un chiaro riferimento all’impegno per la chiusura del Cara «che mi era stato assicurato nel giugno scorso dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga».
A sancire il punto di non ritorno è il bando, da poco pubblicato dalla Prefettura di Gorizia, per l’affidamento della gestione del Centro di Permanenza per i Rimpatri introdotto dal decreto Salvini. E a stretto giro di posta ne verrà pubblicato un secondo, parallelo, per il vicino Centro per richiedenti asilo. L’intento è di giungere all’aggiudicazione entro maggio e quindi all’operatività all’ex caserma Polonio entro giugno. Capienza massima stimata fra le due strutture, 350 persone: 150 per il Cpr, destinato alla detenzione amministrativa per immigrati irregolari e in attesa di espulsione o rimpatrio; 200 per il Cara, struttura aperta di accoglienza, dunque non coercitiva, e destinata agli asilanti (attualmente gli ospiti sono 160, ma con l’emergenza furono persino 700).
La notizia viene confermata dal prefetto di Gorizia Massimo Marchesiello. «Al bando di gara per il Cpr seguirà a giorni la pubblicazione di quello per il Cara – afferma –. In questo secondo casa si tratta di una gestione provvisoria. La struttura per richiedenti asilo almeno per ora resta a disposizione del governo, ma attestandosi su un numero di presenze dimostratosi maggiormente gestibile dal territorio. Per quanto concerne il Cpr, invece, parliamo di una struttura molto diversa, chiusa e rigorosamente vigilata». L’ultimo passaggio riguarderà proprio gli attesi rafforzamenti dei dispositivi di sicurezza all’ex Polonio: spettano a forze dell’ordine e forze armate, con compiti di sorveglianza esterna e – in caso di bisogno – con le modalità di servizio dell’ordine pubblico.
In entrambi i bandi, la gestione va dal primo giugno 2019 al 31 maggio 2020, prorogabile in caso di persistenti esigenze di un ulteriore anno. Al Cpr sono in dirittura d’arrivo i lavori di adeguamento, con tanto di sbarre e camere di parcellizzazione. Una struttura blindata. Il termine per la presentazione delle offerte è il 12 aprile. I prezzi a base di gara per la gestione del Cpr sono di 28,80 euro al giorno e pro capite per il servizio di gestione, e 150 euro a pezzo per la fornitura “una tantum” di un kit. In totale la “torta” è di circa 1.576.800 euro per il servizio di gestione e 45 mila per la fornitura dei kit, il tutto conteggiato per le 150 persone ipotizzate dal bando. Da aggiungere, poi, 138.376 euro per la fornitura del cosiddetto Pocket money, la diaria giornaliera ai migranti per le spese minime (snack e sigarette nello spaccio interno, ad esempio) e una tessera telefonica. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video