Migliaia in piazza a Trieste a salutare il Tricolore

Almeno tremila le persone in piazza dell'Unità al solenne alzabandiera . Numerosi i turisti. Inno ad alta voce in Consiglio comunale, Lega assente

TRIESTE. Ci si mette anche la coreografia divina a dare una mano ai festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Alle 10 e 30, ora dell'Alzabandiera, quando in piazza Grande già gravitano almeno 3mila persone, tra esponenti delle forze armate, tanti turisti e non meno triestini sempre pronti all'appello, nella giornata uggiosa si apre d'improvviso uno squarcio che fa uscire un timido raggio di sole. È l'apoteosi di una festa che bisognerà imparare a calendarizzare ma che già nella sua prima uscita ufficiale sembra largamente apprezzata da concittadini e non. Tanti, tantissimi gli italiani provenienti da altre province del Paese che hanno ritenuto di celebrare la ricorrenza in una città dal grande e simbolico appeal come la nostra. La Lega, par di capire, non abita qui. Non c'è traccia del parlamentare Max Fedriga mentre sono presenti e attivi altri candidati a sindaco, i due Roberti, Antonione e Cosolini e Franco Bandelli.

L'assenza, ampiamente annunciata, del capogruppo del Carroccio in Comune Maurizio Ferrara nella seduta straordinaria di ieri mattina del consiglio comunale, vola via inosservata, in mezzo a molte battutine. Quella di Iztok Furlanic di Rifondazione comunista viene archiviata subito di fronte alle scuse dell'esponente di Rc, che aveva prenotato delle vacanze in tempi non sospetti e comunque, ha assicurato, sarebbe stato sicuramente presente. In piazza, il rituale dell'alzabandiera si snoda eternamente uguale, tra divise di ogni epoca, scatti fotografici a raffica e, piacevole rilievo, una quantità inusuale di bambini, con coccarde e nastrini di ogni tipo e spesso vestiti direttamente col tricolore. La scena si sposta per qualche attimo nel palazzo della Prefettura, dove il prefetto Alessandro Giacchetti consegna un cd celebrativo per i 150 anni dell'Unità. L'iniziativa, nata di concerto con i comitati regionale e provinciale del Coni è stata rivolta alle Società sportive centenarie triestine e a una rappresentanza delle Federazioni provinciali cui è stato donato il supporto audio contenente l'inno nazionale, l'inno europeo e l'inno olimpico. Ma è comunque la seconda tranche del consiglio, aperta a notabili ma anche a gente comune, a riservare i momenti più intensi della mattinata.

L'Inno di Mameli, ad esempio, cantato a gran voce da tutti i presenti prima che il presidente Sergio Pacor e l'assessore Massimo Greco si inoltrino nelle loro ricostruzioni storiche. Il sindaco Dipiazza infatti è a Roma, alla cerimonia nazionale insieme al Presidente Napolitano. Pacor ricorda Mazzini e Felice Venezian, la Trieste che «festeggiò il 1861 in mezzo alla repressione austriaca», la faticosa unità d'Italia nata in mezzo a «plebisciti al Nord e conquiste al Sud», le migliaia di morti prima di arrivare al concetto di Patria comune. Greco non gli è da meno, in una dotta elocuzione che anticipa la relazione finale, storico-didascalica, di Giuseppe Parlato, della Libera Università Pio V di Roma. In aula, in tempi diversi, si vedono tra gli altri la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat, l'assessore regionale Sandra Savino, due sindaci dell'Altipiano, Marko Pisani di Monrupino e Giorgio Ret di Duino Aurisina. Ma è già tempo di applauso finale. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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