Miela Reina, una solitaria e inimitabile avventura della fantasia
Miela Reina è stata una delle voci più importanti e significative dell’arte triestina della seconda parte del Novecento. Di lei, scomparsa prematuramente a Udine nel gennaio del 1972 a soli 36 anni di età, il critico Gillo Dorfles ha scritto che “è stata la sola artista dell’area giuliana ad aver creato nella sua breve vita un’opera non solo meritevole di essere ricordata e studiata, ma anche degna di essere considerata come una solitaria e inimitabile avventura della fantasia”.
Nata nel 1935 da padre siciliano di professione provveditore agli Studi e da una giornalista triestina che si chiamava Aurelia Cesari, Miela Reina ha frequentato il Liceo classico Dante Alighieri, poi l’Accademia di Belle Arti a Venezia per approdare come insegnante nel 1959 all’Istituto d’arte.
In quell’anno le viene offerta la cattedra di educazione artistica. Poi passerò alla scuola Media di Roiano, infine all’Istituto artistico di Gorizia.
Lei è una giovane timida, riservata, istintiva ma allo stesso tempo con la sua vitaltà contagiosa e col suo entusiasmo ispirato diventa la protagonista di una stagione straordinaria dell’arte triestina. Miela Reina spazia tra teatro, pittura, decorazione, illustrazione e disegno e abbraccia le più disparate correnti artistiche tra cui l’espressionismo astratto, pop art e new dada. Un eclettismo a tutto campo. Le sue opere, con il loro tratto primitivo e insicuro, molto spesso rimandano al mondo dell'infanzia.
Il suo mondo creativo esploderà di lì a poco in sincronia col Sessantotto, quando verranno abbattute molte barriere tra cui quelle tra le diverse tecniche e forme d’arte. Espone oltre che a Trieste a Genova,Venezia, Palermo, Buenos Aires, Lubiana, Copenaghen, Berlino, Stoccarda, Amburgo e Stoccolma.
Per allargare il proprio orizzonte Miela Reina viaggia in Europa e prima di partire cerca di conoscere adeguatamente la lingua del Paese che si accinge a visitare. A Berlino raggiunta a bordo della sua Fiat Topolino, si esprime in tedesco, a Londra in inglese. Impara lo spagnolo per raggiungere Cuba. Sarà il suo ultimo viaggio.
La morte la porta via all’inizio del 1972. Perde conoscenza mentre è in aula a Gorizia e sta insegnando. La ricoverano all’ospedale di Udine e muore nella notte successiva vittima di una devastante emorragia cerebrale.
Gianluca Persia
IV C liceo artistico
Enrico e Umberto Nordio
Riproduzione riservata © Il Piccolo