Mib, nasce il laboratorio sui trend demografici con Allianz e Generali
TRIESTE Un laboratorio permanente per capire i trend demografici e riuscire a fornire prodotti, ma anche norme in grado di rispondere ai bisogni che mutano della popolazione. Il Mib School of Management di Trieste ha avviato lo studio, in collaborazione con i soci storici Allianz e Generali e la Regione Friuli Venezia Giulia, dal quale è emerso che per la prima volta l’aspettativa di vita sta iniziando a rallentare.
Il presidente Vladimir Nanut ha spiegato che la scelta del tema «è legata al fatto che le dinamiche demografiche sono un aspetto molto poco considerato quando invece il futuro del paese sarà legato a questi mutamenti. L’Italia andrà a perdere cinque milioni di abitanti nei prossimi anni e queste sono dinamiche che dobbiamo studiare». Il laboratorio è guidato da Ermanno Pitacco che ha ricordato come «la ricerca abbia potuto analizzare il trend a partire dall’inizio del novecento e fino ai giorni nostri su base mondiale. A livello europeo c’è stato un significativo cambiamento con la crescita delle vita attesa che sta rallentando per la prima volta. Non è una situazione simile agli Stati Uniti dove ormai il trend si è invertito e dove sta diminuendo la mortalità legata a malattie tumorali, ma da contraltare stanno aumentando quella legata a problemi cardiocircolatori. L’Italia è allineata con gli altri paesi europei mentre l’unico paese dove l’aspettativa di vita sta crescendo è il Giappone».
Andando a vedere alcuni aspetti del report emerge come a fronte di un allungamento della vita non è corrisposto necessariamente un miglioramento della stessa sotto il profilo della salute. A livello geografico quello che ha colpito maggiormente è la differenza tra nord e sud Italia dove si vive un anno in meno della media, il motivo è da ricercare nel tipo di alimentazione non tanto sulla dieta mediterranea quanto sulla quantità di cibo che viene consumata. Infine c’è il tema dell’immigrazione che ha come effetto quello di cambiare la struttura della piramide demografica in particolare aumentandola nella fascia 18-40 anni. «Possiamo aspettarci una vita media che diminuisce - ha spiegato Pitacco - perché gli immigrati hanno un’aspettativa di vita più bassa. Dall’altro lato aumenta la popolazione e questo inciderà inevitabilmente su assicurazioni, scuola e sanità».
Alessia Rosolen, assessore regionale al Lavoro, ha posto l’accento sull’importanza dei dati: «La sfida del prossimo decennio sarà riuscire a leggerli e interpretarli per essere sicuri su come intervenire. Un esempio è il progetto della previdenza complementare a livello regionale, che verrà inserito nella legge sulla famiglia. Non possiamo pensare di realizzare interventi a spot, ma dobbiamo andare oltre». Valentina Sestan, manager Ceo office di Allianz spa, ha sottolineato che «analisi come queste ci consentono di sviluppare i prodotti adeguati. Attraverso lo studio demografico possiamo capire i rischi e possiamo dare ai clienti coperture più in linea con i trend demografici». Pierluigi Bruno, responsabile struttura rischi demografici di Generali Italia, ha parlato di «dati di grande interesse che costituiscono un aiuto fondamentale per uscire a intercettare le esigenze e gli sviluppi futuri della collettività». —
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