«Mi pestava». Smentita da amiche e figlio

Assolto un uomo di 61 anni accusato di maltrattamenti dalla ex moglie. Decisive le testimonianze rese durante il processo. La donna aveva chiesto inoltre un risarcimento di 50 mila euro
Lasorte Trieste 19/11/17 - Via Giustiniano
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TRIESTE. Sette anni tra querele e aule di tribunale. E alla fine l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Si chiude un vero e proprio calvario giudiziario per un triestino accusato di maltrattamenti dalla ex moglie. Ma quanto ha raccontato la donna, prima alle forze dell’ordine e poi ai magistrati, non è stato mai dimostrato. In due casi, anzi, è stato smentito.

La vittima dei presunti maltrattamenti è una quarantaseienne di origini slovacche, residente da molti anni in Italia. L’ex compagno, finito a processo, è un sessantunenne. I due si sposano nel 2003; dieci anni dopo, nel 2013, si lasciano. Lei se ne va di casa con i figli minorenni.

Poco dopo ecco la prima denuncia, in cui la donna sostiene di essere stata vessata e picchiata fin dall’inizio della relazione, che risale al 2001. Partono le pratiche per la separazione e la quarantaseienne, in un primo momento, ritira la querela. Per poi ripensarci, affermando che l’uomo non aveva smesso di farle del male. L’azione penale (pm Massimo De Bortoli) di fatto non si interrompe. «Mi offendeva sempre, mi prendeva a schiaffi… non mi permetteva di dormire, né di studiare (la donna era iscritta all’Università, ndr)», questa, in buona sostanza, l’accusa. «Non potevo dare gli esami, mi tormentava».

Il caso approda in tribunale: nel 2016 inizia il processo. L’imputato, difeso dall’avvocato William Crivellari, respinge qualsiasi addebito. Non nega le discussioni e le difficoltà di relazione, ma afferma di non aver mai aggredito la ex. Durante le udienze vengono sentiti numerosi testimoni: del pm, della parte civile e della difesa. Anche perché nell’imputazione si parla di «un clima di dolorosa coabitazione, tale da cagionare sofferenze fisiche e morali» che avrebbero ridotto la donna «a uno stato di disagio incompatibile con le normali condizioni di vita».

Durante un’udienza la presunta vittima ha detto di essere stata picchiata. E di aver mostrato i lividi alle amiche. Le quali, sentite in tribunale, hanno smentito. Di più. La donna a un certo punto ha riferito che tutte queste violenze avvenivano anche davanti ai figli: uno, invitato a testimoniare in aula (tutt’ora minorenne), ha confermato i litigi e le discussioni, ma non il resto: «Non ho mai visto papà picchiare la mamma».

Il pm aveva avanzato una richiesta di condanna di due anni a carico dell’imputato. Ma il giudice Enzo Truncellito ha deciso per l’assoluzione. La donna, peraltro, aveva anche domandato un risarcimento di 50 mila euro. «Finalmente si è concluso un calvario durato tanti anni – dichiara l’avvocato Crivellari –, è stata finalmente riconosciuta l’assoluta estraneità del mio assistito ai fatti contestati». 


 

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