«Mi ha dato 20 euro per fare sesso» E poi insulti e urla

Le testimonianze choc dei ragazzini stranieri ospiti a Prosecco sulle azioni del presidente della onlus “La Fonte” Cassago
Lasorte Trieste 26/02/18 - Campo Sacro, Prosecco, Comunità Famiglia La Fonte
Lasorte Trieste 26/02/18 - Campo Sacro, Prosecco, Comunità Famiglia La Fonte

«Ero arrivato da due o tre mesi in comunità, avevo aiutato il presidente a scaricare dalla sua macchina alcune cassette di frutta e verdura. Le avevamo portate nel magazzino degli alimenti che è nel sotterraneo. Quando eravamo lì, il presidente mi si è avvicinato e mi ha messo 20 euro in tasca...».

Comincia così la deposizione di un diciassettenne straniero ospite della onlus di Prosecco la “Fonte”, la struttura di accoglienza per profughi minorenni convenzionata con il Comune di Trieste. Il ragazzo è uno dei numerosi kosovari, albanesi, afghani, pachistani e bengalesi sentiti dalla Squadra mobile di Trieste nell’indagine sui maltrattamenti e sugli abusi di cui è accusato il presidente dell’associazione, il settantenne Ferdinando Cassago. L’uomo è agli arresti domiciliari nella sua casa di Cussignacco, vicino a Udine. È stato il gip Giorgio Nicoli a stabilire la misura cautelare, accogliendo la richiesta del pm Pietro Montrone che ha coordinato l’attività investigativa.

La testimonianza chiave, resa dal diciassettenne agli agenti e raccolta nel faldone dell’inchiesta, è riferita a un approccio sessuale tentato dal settantenne. L’episodio risale all’autunno del 2015: «Mi ha dato i 20 euro - riprende l’adolescente parlando alla polizia- ma io gli avevo risposto che non volevo i soldi perché l’avevo solo aiutato. Ma poi lui con una mano ha fatto il gesto di masturbarsi e con l’altra si toccava la natica... “dai, dai”...diceva. Io gli ho detto “no, no, sono musulmano non faccio queste cose”...e mentre salivo le scale lui continuava a fare quella cosa». Dagli interrogatori viene a galla dell’altro.

Gli approcci sessuali Il diciassettenne non è l’unico straniero della comunità ad aver ricevuto le “attenzioni” del presidente. Dall’ottantina di testimonianze rese dai ragazzini e dai dipendenti della onlus, da cui emerge un incredibile repertorio di maltrattamenti e atteggiamenti razzisti nei confronto degli stranieri accolti nella struttura di Prosecco, spunta ad esempio il racconto di un sedicenne. «Verso agosto del 2017 - ha spiegato il giovane agli agenti - il presidente era in mensa, a ora di pranzo. Girava tra i tavoli sorridendo e ci dava pizzicotti. Poi ha preso una salsiccia dal vassoio e se l’è messa davanti la bocca spingendo la lingua sulla parete della sua guancia. Ci diceva “vi piace?”». Altri adolescenti hanno testimoniato di essersi trovati il settantenne in stanza da letto. «Mi toccava le gambe e sorrideva...voleva fare qualcosa con me», ha dichiarato un ragazzo. «Poi ci urlava davanti a tutti che eravamo gay, pederasti...noi ci vergognavamo». Un altro giovane ha riferito di analoghi episodi in doccia.

Le umiliazioni L’elenco delle ingiurie e dei maltrattamenti sui minori stranieri che il presidente della onlus avrebbe commesso all’interno della struttura di Prosecco è articolato. Ed è confermato non solo dagli ospiti della comunità, ma pure dai dipendenti. «Siete delle m...., maiali, non valete niente, tornate nel vostro Paese», così si rivolgeva Cassago ai ragazzini kosovari, albanesi, afghani, pachistani e bengalesi. Lo faceva gridando, come ha puntualizzato un dipendente della onlus. «Ho visto un ragazzo che tremava».

Lo stalking Cassago è accusato anche di atti vessatori nei confronti di un’ex direttrice, Noemi Troja, dalla cui denuncia è scattata l’indagine. «Mi denigrava - ha raccontato la signora agli inquirenti - urlava, era aggressivo, sbatteva i pugni sul tavolo. Mi diceva che sono una m..., che sono una nullità». I fatti sono stati confermati da un’ex psicologa, da un ex infermiere e da un’ex cuoca della comunità che avrebbero assistito ad alcune sfuriate e minacce del presidente.

Le conclusioni del magistrato Il giudice che ha disposto gli arresti domiciliari per l’indagato, Giorgio Nicoli, ritiene che su Cassago sussista una «valanga di prove convergenti», tali da non prefigurare «il minimo motivo per mettere in dubbio la credibilità delle plurime dichiarazioni delle parti offese». Il presidente della onlus «si abbandona alla peggiore combinazione di atti lesivi, vessatori e persecutori». Un soggetto «la cui arroganza prevaricatrice sembra irrefrenabile nell’accanimento contro coloro che, in varie posizioni, si trovano sotto la di lui autorità. Un ruolo che egli sembra abbia le necessità di far pesare in tutti i modi utili ad affermare la propria veste di assoluto despota e “padre-padrone” di tutto e di tutti».

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