Mezzo secolo fa la Meteor planò nella superficie del Cotonificio Triestino

RONCHI. Era il 1970. Cinquant’anni fa la Meteor, società di costruzioni aeronautiche ed elettroniche, si trasferiva, sempre a Ronchi dei Legionari, nell’area dell’ex Cotonificio Triestino di viale Garibaldi. Vi rimarrà sino all’agosto del 1991, quando fu inaugurato lo stabilimento di via Mario Stoppani, nella zona industriale di Soleschiano, dove ancora oggi esiste e lavora quella realtà che si è trasformata in Selex. Nell’immediato dopoguerra, quando le grandi industrie erano state ridotte ad un cumulo di rottami, per opera di un uomo che credeva nell’avvenire dell’aviazione, Furio Lauri, nasceva la Meteor Costruzioni Aeronautiche. Nato nel 1918 a Zara e cresciuto a Trieste, il giovane Lauri, ottenuto il brevetto di pilota, si laureava in giurisprudenza e si arruolava nella Regia Aeronautica. Ne uscirà al termine del conflitto con una medaglia d’oro, due d’argento al valor militare ed una croce di guerra. L’aeroporto di Ronchi, utilizzato dai Cantieri riuniti dell’Adriatico per la messa a punto degli aerei, conquistato nella primavera del 1945, utilizzato parzialmente dagli anglo-americani e quindi definitivamente abbandonato nel 1946, era diventato in pratica terreno agricolo con vari appezzamenti coltivati abusivamente. Un uomo come Lauri non è certamente adatto a stare coi piedi per terra ed insieme con alcuni amici costituisce, nel marzo del 1947, la società Meteor spa che dichiara quale attività lavoro aereo e costruzione di velivoli leggeri. Nel 1959 avviene il salto di qualità. La Meteor inizia ad interessarsi di un nuovo avvincente settore, quello degli aerei senza pilota, costruiti in materiale composito, da impiegarsi come aerobersagli per l’addestramento delle artiglierie terrestri e navali e per missioni di ricognizione. Nasce così il P-0, mentre nel 1960 inizia la fase della cooperazione internazionale e del potenziamento della società che conta un centinaio di dipendenti che si dedicano in particolare al settore radio ed elettronica. Nel 1970 si inizia il trasferimento nell’ex Cotonificio Triestino e nello stesso anno si verificano progressi commerciali in Italia ed all’estero. Molti anni, molti nomi, molti fatti hanno contraddistinto la storia della Meteor nel sito di Vermegliano. Una zona storica della cittadina. Sorse nel 1881 il Cotonificio Triestino, allora con la denominazione di “Tessitura meccanica di cotone”: messo in piedi dalla famiglia austriaca dei Brunner aveva 60 telai e di lavoravano 120 persone. Nei primi anni del secolo scorso gli impiegati raggiunsero quota 250, mentre nel 1912, il cotonificio, filiale del Filatoio Meccanico di Trieste, tra operai, impiegati e capi si raggiunse quota 350. Due gli stop forzati che l’azienda dovette subire in occasione delle due guerre mondiali: una grande festa nella mensa della fabbrica salutò la fine della guerra 1940-1945. Vent’anni dopo il Cotonificio Triestino chiuse definitivamente i battenti, non prima che all’interno dello stesso le maestranze, in larga parte donne, dessero vita ad una dura battaglia sindacale. Da ricordare che proprio il cotonificio ronchese ha anche ispirato canzoni popolari e la stesura di libri. L’ultimo quello di un’ex lavoratrice, dal titolo “Le mule del mureto de la fabrica de Vermean”. —
Lu.Pe.
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