“Mezzo lupo” in giro tra le case alle porte della Val Rosandra
Allarme lupo nella periferia Est. Nella zona compresa fra Bagnoli della Rosandra e San Giuseppe della Chiusa, infatti, tra lunedì e martedì alcuni abitanti si sono allarmati, segnalando la presenza nei due paesi di un animale girovago del tutto simile al lupo. In realtà si è rivelato un “falso allarme”. Parzialmente, almeno. «In realtà – spiega Nicola Bressi, direttore dei musei scientifici di Trieste – si tratta di un cane lupo cecoslovacco, (razza relativamente recente creata in laboratorio incrociando un pastore tedesco e il lupo dei Carpazi, ndr) assolutamente simile al più noto mammifero, tanto da riuscire a far confondere anche i più esperti, se visto da lontano». Una somiglianza del tutto ricercata da chi ha creato questa razza, ma a far propendere per il falso allarme è stato anche l’atteggiamento dell’animale visto all’opera a Bagnoli.
«Come si può vedere – prosegue Bressi – al lupo cecoslovacco della foto mancano i caratteristici colori neri sulle zampe, mentre la coda è troppo lunga e folta, tanto da farla assomigliare a quella dell’husky. Oltretutto è razionalmente difficile che un animale come il lupo si possa avvicinare così tanto ai centri abitati in pieno giorno. E anche in quel caso si troverebbe molto a disagio». La presenza di questo “falso lupo” però, come sottolinea l’esperto, può comunque comportare dei rischi. Per l’uomo e per la natura. «Il fatto che animali come i lupi cecoslovacchi girino indisturbati e da soli – spiega – non è un bene, primo perché possono creare spavento nelle persone che incontrano per strada e poi perché se dovessero entrare nella riserva naturale della Val Rosandra, molto vicina a dove è stato avvistato, potrebbero provocare scompiglio negli animali lì presenti. Si tratta di cani stupendi ma di difficile gestione, infatti non è raro che vengano abbandonati». Ma, lupi veri, ce ne sono sul Carso triestino? «Saltuariamente vi giungono dei branchi dalla Slovenia interna, ma si tratta di casi episodici e non stanziali. Quelli invece si possono ritrovare sulle montagne del Pordenonese e della Carnia».—
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