Meteo pazzo, mazzata sul business del mare
L'espressione “piove sul bagnato” mai come in questo caso calza alla perfezione. Negli ultimi anni la stagione estiva è stata spesso costretta a fare i conti con un meteo che definire pazzo è un eufemismo. Quelli che dovrebbero essere i mesi del gran caldo e del sole pieno, sono stati invece caratterizzati da giornate condite da nuvole, pioggia e temperature sotto la norma. Ma se fino all'anno scorso a una partenza con il freno a mano tirato aveva fatto seguito quantomeno un recupero, sia pur tardivo, nel corso della stagione - per quello che si è visto finora - si può tranquillamente affermare che quest’anno l’estate vera e propria sta iniziando solo ora. A metà luglio. L’inversione di tendenza annunciata in questi giorni regala un barlume di speranza, ma i gestori intanto lamentano un’autentica mazzata che peraltro si aggiunge a una serie di annate decisamente deficitarie, vuoi per il meteo, vuoi per gli effetti della crisi economica.
«Credevamo di aver toccato il fondo l'anno scorso ma evidentemente non è così», sbotta Marco Salviato, rappresentante provinciale del sindacato balneari e gestore degli stabilimenti Sticco a Miramare e San Rocco a Muggia «Ormai da tre anni a questa parte il trend è negativo, con perdite che superano il 50 per cento, ma in questa stagione stiamo andando oltre, visto che anche a luglio, un mese che ha sempre rappresentato una certezza dal punto di vista del meteo, le cose si sono messe male: in 17 anni non avevo mai visto una stagione simile. Cerchiamo di proporre delle iniziative alternative, come le serate musicali e gli aperitivi in riva al mare, ma è chiaro che se viene a mancare l'ingrediente principale c'è poco da fare. Per non parlare poi delle previsioni meteo che risultano spesso errate e dunque tengono lontane le persone dagli stabilimenti anche quando c'è bel tempo».
I conti ovviamente si faranno alla fine, ma gli stabilimenti balneari triestini già piangono, sottolineando il gravame delle spese di gestione comunque da sostenere. «La stagione di fatto non è mai partita», afferma Maddalena Dalla Libera, direttore dello stabilimento Ausonia: «L'anno scorso abbiamo avuto un mese di giugno pessimo ma poi siamo riusciti in qualche modo a recuperare nel corso dell'estate. È davvero devastante anche perché le giornate perse non ritornano più: noi ci siamo attrezzati con delle opere migliorative dello stabilimento che hanno arricchito l'offerta e la qualità del prodotto, ma se non arriva il sole tutto il lavoro fatto viene buttato alle ortiche. Non parliamo poi delle previsioni che spesso si rivelano sbagliate, con il paradosso che noi ci troviamo qui pronti ad accogliere la clientela ed invece non arriva nessuno perché le persone hanno già cambiato i loro programmi».
Insomma, come si dice in questi casi, oltre al danno la beffa. «Da quando si è aperta la stagione ci sono stati solo un paio di giorni di bel tempo» - sospira Alex Benvenuti, amministratore delegato della Magesta Spa, società che gestisce i due stabilimenti di Grignano -. «Negli ultimi vent'anni non ricordo un'annata così: mi auguro ci sia un cambiamento, ma in ogni caso la stagione è già inevitabilmente compromessa. Con una metafora sportiva si può dire che ormai giochiamo solo per il risultato parziale, ma non più per la classifica finale».
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