A Trieste Messa sub all’asciutto a causa della bora
Il forte vento ha impedito a don Francesco Pesce di immergersi come di consueto per la celebrazione del Natale sub organizzato dal Sub Sea Club Trieste per il 48esimo anno di fila
Messa sub “a secco” a causa della bora. Niente messaggio di Natale letto sotto la campana immersa nelle acque dell’Adriatico, come da tradizione. Soltanto un rapido tuffo finale per la benedizione. Il forte vento ha impedito a don Francesco Pesce di immergersi come di consueto per la celebrazione del Natale sub organizzato dal Sub Sea Club Trieste per il 48esimo anno di fila.
Nelle ultime dieci edizioni non era mai successo che il meteo avverso guastasse le feste al prete sommozzatore al punto da rinunciare alla lettura del messaggio.
Oggi invece sì: con le raffiche c’era il rischio che i sub fossero portati via dalle correnti e l’acqua sarebbe stata talmente torbida da impedire le riprese subacquee.
La messa di Santo Stefano è stata celebrata, quindi, interamente sulla banchina accanto alla Scala Reale.
“Questa celebrazione è anche un modo per rinsaldare il profondo legame di Trieste con il mare – ha sottolineato il sacerdote allargando le braccia mentre la veste rossa si gonfiava, ingovernabile, a ogni folata – ma oggi imperversa l’altra cosa che ci caratterizza, che fa parte del nostro essere: la bora. Natale è Dio che viene a noi. Noi gente di mare e ci sta vicino nelle difficoltà quotidiane”.
Centinaia i fedeli e i marittimi che hanno partecipato al rito nonostante la bora sferzante. Presenti il sindaco Roberto Dipiazza, l’assessore regionale Fabio Scoccimarro e le autorità cittadine.
Al termine della celebrazione, dedicata alle vittime del mare, don Pesce si è tuffato insieme a un gruppo di sub e da lì ha benedetto la città. A scaldare fedeli e sub infreddoliti ci ha pensato poi il ristoro allestito dagli Alpini, con panettone e vin brulé.
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