Merce invenduta, rischio effetto-domino dai dettaglianti ai grossisti

Ascom Padova propone al sistema bancario di attivare finanzaimenti a nove-dodici mesi per evitare il collasso delle filiere del tessile-abbigliamento e della ristorazione
Una ragazza mentre sceglie dei capi di abbigliamento in un negozio di San Babila a Milano, 13 dicembre 2012. ANSA / MATTEO BAZZI
Una ragazza mentre sceglie dei capi di abbigliamento in un negozio di San Babila a Milano, 13 dicembre 2012. ANSA / MATTEO BAZZI

PADOVA. La merce è stata consegnata ma non è detto che venga venduta. Questo significa che i soldi non verranno incassati e che, in un ovvio effetto domino, le fatture non saranno saldate.

“E’ lo scenario cupo che ci si presenta a poche settimane dal Natale che, per molte attività, vale una fetta consistente del bilancio annuale” spiega Franco Pasqualetti, vicepresidente dell’Ascom Confcommercio di Padova e rappresentante delle attività all’ingrosso, quel “big trade” che, nella sola provincia di Padova, significa (dati del 30 settembre scorso) 9.859 imprese, numeri addirittura superiori, seppur di poco, a quelli del commercio al dettaglio che si fissa a 9.243 unità.

Come ovviare ad un problema che, sommato all’aspetto sanitario, potrebbe mettere in ginocchio un intero territorio?

“Diciamo che i rapporti tra grossisti e dettaglianti, in particolare di quelli del settore tessile/abbigliamento e della ristorazione – continua Pasqualetti - rischiano un effetto domino nelle filiere per l'impossibilità da parte dei dettagliati/ristoratori di far fronte agli impegni assunti con i grossisti alla scadenza pattuita di fatture/ricevute bancarie”.

Tutto questo, se non si interviene in qualche maniera, finirà per determinare, a cascata, insoluti in banca, richieste di rientro e via di questo passo perchè ormai le risorse arrivate alle aziende al dettaglio con i prestiti "lettera m" si sono esaurite ed i "ristori" per le zone gialle non si sa bene quanti e quali saranno. 

“Certamente è possibile una richiesta del grossista alla propria banca – continua Pasqualetti - di spostare caso per caso la scadenza, però con una percezione da parte di quest'ultimo di "solitudine davanti all'istituto di credito" e con il rischio, per nulla remoto, che qualche banca abbia nella propria policy l'obbligo di mettere l'azienda in monitoraggio”.

Da qui la proposta che l’Ascom, per tramite di Fidi Impresa & Turismo Veneto, il confidi di Confcommercio, rivolge al sistema bancario: attivare finanziamenti a 9/12 mesi con preammortamento almeno fino a giugno 2021, da parametrare come importo sui crediti verso clienti con esigibilità posticipata. Detto più semplicemente: un rinvio dei pagamenti da parte dei dettaglianti (con interessi al momento molto contenuti) ed un’iniezione di liquidità in favore dei grossisti che così potrebbero effettuare il riassortimento della merce.

Un’idea sulla quale Pasqualetti ha trovato l’adesione anche di Alberto Ferro e Pierangelo Pavan, in rappresentanza degli operatori padovani del Centro Grossisti di via Portogallo.

“Naturalmente servirà un accordo scritto tra grossista e dettagliante – continua Pasqualetti - per avere sia un riconoscimento del debito sia la certezza dello spostamento di alcuni mesi delle scadenze (quindi con un minimo di tranquillità psicologica per entrambe le parti). Senza sottovalutare che, in questo modo, si darebbe anche la percezione di un sistema che si muove assieme e che, nelle difficoltà, trova un modo per uscire dalla crisi”.

Riproduzione riservata © Il Piccolo