Mercatone Uno in crisi: chiesto il concordato

Anche il punto vendita di Monfalcone (38 dipendenti) tra i 79 coinvolti. La Filcams Cgil: «È tra i siti in attivo». Proclamato lo stato d’agitazione
Il Mercatone Uno di Monfalcone
Il Mercatone Uno di Monfalcone

Anche il Mercatone Uno di Monfalcone è coinvolto nell’ambito della richiesta, formalizzata dal Gruppo Mercatone Business al Tribunale di Bologna, di concordato preventivo “in bianco”. Una misura, sostanzialmente, assunta nei confronti dei creditori, legata in particolare alla mancanza di liquidità aziendale dovuta soprattutto al calo delle vendite.

La storica azienda della distribuzione organizzata del mobile, complementi di arredo e casalinghi, conta in Italia 79 punti vendita complessivi, a fronte di circa 3.500 dipendenti. In Friuli Venezia Giulia, assieme al sito di Monfalcone, sono presenti altri due centri commerciali, a Reana del Rojale e a Sacile, per un centinaio di occupati complessivi.

Nel punto vendita cittadino, situato lungo la strada regionale 14, vi lavorano 38 dipendenti, già sottoposti, come tutti i lavoratori dei 79 siti commerciali, a contratto di solidarietà con scadenza a maggio.

Alla luce del ricorso al concordato “in bianco”, la Filcams Cgil Friuli Venezia Giulia ha proclamato ieri lo stato di agitazione, riservandosi di promuovere ogni eventuale iniziativa di mobilitazione. Il punto vendita monfalconese, com’è stato spiegato dalla Filcams Cgil di Gorizia, non risulta comunque tra i siti in difficoltà economica, essendo in attivo. Resta il fatto che si apre a questo punto un nuovo fronte di battaglia sindacale, peraltro, già subdorato dalla Filcams Cgil, che ha comunque fatto presente come «dell’istanza di concordato l’azienda ne ha dato informazione alle Organizzazioni sindacali attraverso l’invio del comunicato diffuso agli organi di stampa».

La Filcams ha sottolineato: «Purtroppo, la notizia non ci ha sorpreso, poichè avevamo già compreso negli ultimi mesi che la situazione aziendale stava rapidamente degenerando. Negli ultimi 3 anni abbiamo sottoscritto accordi sindacali per l’utilizzo dei contratti di solidarietà, che dovevano avere lo scopo di consentire un processo di riorganizzazione dei punti vendita, tale da rilanciare l’azienda e renderla competitiva, contenendo al contempo il costo del lavoro per salvaguardare l’occupazione». Secondo la Filcams Cgil, «l’immobilismo, la mancanza di iniziativa anche sul piano commerciale hanno invece caratterizzato l’andamento degli ultimi 3 anni, contribuendo ad aggravare gli inevitabili effetti della crisi economica. A nulla, quindi - ha aggiunto -, sono serviti i sacrifici di lavoratrici e lavoratori, che in molti casi dipendono da Mercatone Business da 15-20 anni e oltre».

Una situazione che pone sul tappeto tutti gli aspetti in termini di prospettiva prossima e futura: «A fronte dell’ultima grave notizia - scrive in una nota la Filcams Cgil Fvg -, non abbiamo avuto informazione alcuna circa le ricadute che l’istanza di concordato preventivo potrà avere sui dipendenti e non abbiamo alcuna informazione sul piano industriale che dovrà essere necessariamente presentato al Tribunale di Bologna. Vi sono, inoltre, da affrontare le immediate ricadute su lavoratrici e lavoratori, come ad esempio il pagamento della solidarietà». Per tutto questo, la Filcams Cgil ritiene necessaria «l’apertura di un tavolo serio e trasparente con l’azienda, alla quale chiederemo di farsi garante della salvaguardia dei dipendenti. I massimi vertici aziendali, le istituzioni, i commissari nominati dal Tribunale, non potranno prescindere dal diritto dei lavoratori ad essere rappresentati e tutelati».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo