Mercato illegale di tabacco, Trieste prima in Italia
TRIESTE Il mercato illecito del tabacco continua a incidere sul gettito fiscale del nostro Paese con un danno che si può quantificare sui 700 milioni di euro l'anno. I dati rivelano un'inedita mappa del commercio illecito: in testa il Friuli Venezia Giulia al 22% (trascinata da Trieste con il 29%), che supera la Campania (Napoli e dintorni con una media del 17,2%). È quanto emerge dalla ricerca Empty Pack Survey relativa al quarto trimestre del 2019, commissionata da Jti e condotta da Ipsos: in Italia continua il fenomeno del commercio illecito di sigarette, con il 5,6% del totale dei pacchetti in circolazione sul nostro territorio che non contribuiscono alle casse dello Stato, provocando un danno causato dal mancato pagamento delle dovute accise e imposte. Di questi, circa l'1% sono risultati contraffatti: utilizzano cioè illecitamente un marchio registrato con lo scopo di trarre in inganno il consumatore ed evadere le tasse.
Secondo la ricerca, al primo e settimo posto delle città con maggior commercio illegale di tabacco ci sono rispettivamente Trieste (29%) e Udine (15%), zone di confine. Forte la presenza in classifica delle aree del napoletano: Giugliano in Campania (24%), Casoria (18,3%), Napoli (18%), Torre del Greco (16,7%), Pozzuoli (15%) e Marano di Napoli (11,7%). In misura minore, ma comunque rilevante, si registrano numeri importanti di mercato illecito nelle città del nord-est, tra queste: Padova (9,2%) e Trento (9%) si classificano al nono e decimo posto.
La crescita è esponenziale se si considera che nello stesso arco temporale del 2018 il dato era dello 0,2%: in meno di 12 mesi si è quindi registrato un incremento quasi del doppio. Le ultime stime della Guardia di Finanza indicano che il commercio illecito produce un danno erariale pari a 700 milioni di euro l'anno. Secondo le rilevazioni della Commissione Europea, l'impatto del mercato illegale è stimabile a circa 10 miliardi di euro all'anno che vengono persi nelle entrate fiscali dei paesi della Comunità Europea.
«Monitoriamo costantemente il trend dell'illecito nel tabacco in quanto fenomeno molto grave che colpisce l'industria, incide sulle casse dello Stato in quanto rappresenta un mancato incasso in termini di gettito fiscale e, non in ultimo, mina la tutela di una filiera che nel nostro Paese conta oltre 200.000 lavoratori. II mercato illegale, inoltre, favorisce la criminalità e comporta maggiori rischi di chi si espone a prodotti di dubbia provenienza», commenta Lorenzo Fronteddu, direttore corporate Affairs and Communications di Jti Italia.
«Per questa ragione confermiamo la nostra disponibilità ad affiancare le Istituzioni per garantire la sostenibilità del comparto e l'attrattività del sistema Paese per gli investimenti, partendo da una revisione dell'attuale sistema normativo della tassazione del tabacco, con l'obiettivo di definire una nuova proposta basata su un approccio programmatico», conclude.
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