Mercati incerti, Wärtsilä resiste con il service
TRIESTE. Nove mesi all’insegna della stabilità: Wärtsilä ha reso noto ieri mattina l’andamento del periodo gennaio-settembre, dal quale sembra confermarsi quanto già emerso nella semestrale: delle tre branche di attività quella che va meglio è il service (diretto dal triestino Pierpaolo Barbone), prudenti opportunità vengono dal power plant terrestre, soffre la motoristica navale anch’essa vittima - come la Vard di Fincantieri - della depressione offshore causata dal forte abbassamento delle quotazioni petrolifere.
Un buon terzo trimestre, comunque, ha consentito alla multinazionale finlandese di irrobustire la tendenza del 2015. La prospettiva relativa all’intera annata viene stimata in un aumento del fatturato tra il 5 e il 10%, con una marginalità valutata tra il 12 e il 12,5%. I nove mesi consolidano i risultati ottenuti da L-3 Marine Systems International, l’importante azienda tedesca specializzata in automazione e strumentazione elettrica, acquisita nel 2014 per un valore di 285 milioni. Il punto su gennaio-settembre ha rappresentato inoltre l’occasione di congedo da parte di Björn Rosengren, che dal primo novembre lascerà la guida del gruppo a Jaakko Eskola.
Il trend internazionale di Wärtsilä spiega e contiene anche quanto sta accadendo nello stabilimento carsolino di Bagnoli, una delle maggiori realtà produttive del gruppo. «Il power plant è promettente - commenta da Roma Sergio Razeto, leader della “costola” italiana - la produzione legata al navale risente della crisi dell’offshore, che a Bagnoli colpisce in particlare i truster e il motore W26. Dal punto di vista delle commesse, è già coperto il primo trimestre 2016. Saranno essenziali i prossimi due mesi per avere l’effettività dei riscontri commerciali, quindi per calibrare le decisioni di carattere produttivo e occupazionale».
Ecco finalmente le principali cifre che illustrano i nove mesi 2015 in raffronto all’analogo periodo 2014. Stabili gli ordini ricevuti a 3,5 miliardi; in crescita del 6% il fatturato a 3,4 miliardi; in lievissimo miglioramento il margine operativo lordo al 12,2% con 420 milioni; stazionario il risultato operativo all’11,5% con 397 milioni; in netto aumento l’utile per azione che balza a 1,46 euro contro 1,16. Il portafoglio ordini sale del 9% a 5,1 miliardi. In sensibile calo, invece, il cash flow che scende a 78 milioni rispetto ai 240 di un anno fa.
L’ultimo commento di Rosengren, che andrà alla Sandvik, riepiloga il quadro: non si sbilancia ancora la committenza terrestre data l’incertezza del contesto economico internazionale, fiacchi gli ordinativi marini dove solo crociere e traghetti trasmettono segnali incoraggianti, per fortuna il service compensa - soprattutto in Africa e in Asia - il non brillante momento della produzione vera e propria.
Ancora nessuna notizia dalla Finlandia sulla gestione dei 600 esuberi legati al comparto marino. Intanto tra martedì e mercoledì sindacati e azienda hanno fatto il punto sul contratto integrativo, formando tre commissioni (welfare, normativo, economico): nuovo appuntamento per il 23-24 novembre, quando il confronto tra le parti avrà svolto il lavoro “istruttorio”. L’azienda sembra orientata a focalizzare nuovi indici di produttività. Ma uno dei nodi ancora aggrovigliato riguarda la gestione degli infortuni.
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