Mense scolastiche a “dieta” Vertice Comune-gestore
Il caso dell’appalto mense continua a suscitare clamore. Da un lato il sindaco difende il capitolato e annuncia che lunedì incontrerà l’azienda «per far loro presente che la condizione per un buon servizio al Comune e alla città sta anche in un buon clima sociale», dall’altro l’opposizione insorge: «Ci troviamo di fronte a una replica di quanto avvenuto con l’appalto sulle pulizie». Nel frattempo arriva la notizia che la vicenda approderà la prossima settimana in commissione trasparenza.
Ricapitoliamo: il caso è esploso nei giorni scorsi quando il nuovo gestore di parte delle mense scolastiche cittadine, la società milanese Dussmann, ha annunciato ai sindacati che intendeva avviare il suo mandato (il prossimo 6 febbraio) riducendo in modo significativo l’orario di buona parte dei circa 170 dipendenti. Una decisione che ha fatto insorgere tutte le sigle, da subito schierate contro una proposta per loro «del tutto irricevibile»: secondo i rappresentanti dei lavoratori l’impatto sugli stipendi sarebbe pesantissimo, e le sigle sollevano forti dubbi anche sulle possibili ripercussioni sul servizio.
Dopo che ieri l’assessore all’Istruzione Antonella Grim ha assicurato la «vigilanza» del Comune sulla qualità, anche Roberto Cosolini interviene sul tema: «Ci tengo a precisare che il capitolato è stato condiviso con le organizzazioni sindacali e prevede un’organizzazione del lavoro adeguata e coerente in termini quantitativi con le gestioni degli appalti. Nel capitolato non ci sono tagli, ed è quindi evidente che questa scelta organizzativa dipende interamente dall’azienda». Ma quali sono le prospettive? Dice il sindaco: «Lunedì incontrerò l’azienda e chiarirò che la condizione per un buon servizio al Comune e alla città sta anche in un buon clima sociale. Questo è un fatto di cui devono tenere conto».
Nel frattempo Paolo Rovis, capogruppo di Trieste popolare e presidente della commissione trasparenza, annuncia di aver indetto una seduta: «L’appuntamento, ancora da confermare, dovrebbe essere per mercoledì prossimo - afferma -. Convocherò gli uffici comunali, i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori proprio per vedere come si può intervenire. Se appureremo la presenza di strumenti giuridici adatti li utilizzeremo, altrimenti auspico una forte pressione sull’azienda da parte di tutte le forze politiche». Prosegue Rovis: «Trovo inaccettabile che chi lavora con redditi già molto contenuti venga penalizzato con forti decurtazioni dello stipendio. Significa far precipitare degli onesti lavoratori sotto la soglia di povertà. Tanto più intollerabile se pensiamo che si tratta di un appalto della pubblica amministrazione, che per definizione dovrebbe tener conto dell'aspetto sociale». Sul tema si scatena anche il capogruppo di Forza Italia Everest Bertoli: «Una vicenda vergognosa e identica a quanto avvenuto con le pulizie: è la maledizione degli appalti comunali». Per il forzista «sindaco e assessori, memori di quel che non son riusciti a risolvere la volta scorsa, è meglio stiano zitti: fanno quadrare i conti a spese delle fasce più deboli». Secondo Bertoli «l’unica soluzione è il rispetto integrale degli orari e degli stipendi per delle persone che non guadagnano certo quanto un dirigente o un assessore comunale».
Duro anche il parere di Alessia Rosolen (Un’Altra Trieste): «Casi del genere dipendono da un lato da pessime normative, dall’altro dalla mancanza di vigilanza politica. Le rassicurazioni dopo il caso pulizie valevano quel che valevano, evidentemente». Aggiunge l’esponente di Uats: «Tra i vincoli da inserire ci dev’essere non solo la qualità del servizio e il numero degli occupati, ma anche il livello di stipendio. Ormai è chiaro ed è drammatico che ci si ritrovi a questo punto. E altrettanto grave è che a livello nazionale nessuno sia intervenuto su una normativa dei bandi che da quando è in vigore, circa 15 anni, non fa che creare problemi».
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