Mense scolastiche, 8 famiglie citate a giudizio per morosità

Offensiva del Comune che dal 2010 ha accumulato 363 casi di genitori inadempienti. L’assessore Pettarin: «Perseguiamo solo i furbetti, quelli che potrebbero pagare»
Una bambina durante l'ora del pasto
Una bambina durante l'ora del pasto

GORIZIA Il Comune di Gorizia cita in giudizio otto famiglie da anni morose nel pagamento di rette o tariffe per le mense scolastiche. A mali estremi, estremi rimedi, si potrebbe dire, visto che l'epilogo di fronte al giudice è l'ultima via da percorrere dopo ripetuti avvisi bonari e tentativi di concertazione.

Il fenomeno delle famiglie che non pagano quanto dovuto ai servizi educativi e scolastici comunali, del resto, è rilevante, anche se i numeri sono lontani da quelli purtroppo enormi di città più grandi e popolose di Gorizia. Dalla fine del 2010 all'aprile di quest'anno, infatti, l'avvocatura comunale ha ricevuto in totale ben 363 pratiche, relative ad altrettante posizioni, concernenti debiti da parte di genitori che non hanno pagato le tariffe per asili nido, scuole dell'infanzia, centri estivi, Centro Lenassi, Ludoteca, mense e altro ancora.

 

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Non si tratta necessariamente, si badi bene, di 363 famiglie diverse, visto che in molti casi gli stessi genitori sono morosi per più servizi di cui i loro figli hanno usufruito. Il Comune di Gorizia, sia per cercare in qualche modo di venire incontro alle situazioni dei morosi, sia per non dover sostenere spese legali che possono essere evitate, in prima battuta, e a lungo, cerca in tutti i modo di recuperare i crediti in via bonaria: vengono più volte inviati annunci e solleciti alle famiglie morose, e si cerca di risolvere la questione ove sia possibile.

Questo ha permesso ad esempio di ripianare completamente 183 delle posizioni debitorie di cui si è detto, oltre ad incassare alcuni pagamenti parziali, spesso spontanei, da parte di famiglie che hanno chiesto e ottenuto di poter rateizzare quanto dovuto.

«Questo perché, fortunatamente, nella nostra città prevale ancora una cultura del senso del dovere e della responsabilità - dice l'assessore comunale al bilancio Guido Germano Pettarin -, e sono tate le persone che preferirebbero piuttosto non mangiare, ma pagare quanto dovuto. La situazione in altre realtà diversa dalla nostra, ad esempio, è ben più grave».

Nonostante questo, c'è anche chi invece prova a fare il "furbo", e pur potendo pagare, non lo fa. E alloar ecco il giro di vite. E' per questi casi che il Comune decide di procedere in via legale, partendo da quelli più datati e con una somma più alta, e accertandosi prima di essere sicuro di poter incassare il credito, viste le condizioni economiche dei morosi. Sarebbe tempo sprecato, oltre che sconveniente, trascinare in Tribunale chi non può permettersi di pagare il servizio delle mense scolatiche.

Con apposita delibera si è scelto di procedere per il momento nei confronti di 8 famiglie, per debiti che vanno dai 1830 euro dei genitori più "esposti" ai 204 euro, tutti legati al mancato pagamento delle tariffe per le mense.

La delibera evidenzia come la campagna di invio dei solleciti non abbia dato tutti i risultati sperati, e rimangano ancora aperte parecchie posizioni, alcune delle quali caratterizzate da una "trasparente volontà di non onorare i propri impegni", mentre altre presentano "oggettive e gravi difficoltà, se non impossibilità, di recupero dei crediti vantati dall'ente".

«Noi non lasciamo mai i bimbi senza pasto - osserva l'assessore comunale al welfare Silvana Romano -, ma purtroppo ci sono famiglie che pensano di poter non pagare per il servizio. Per quelle che sono in difficoltà economica reale, accogliamo le apposite richieste e interveniamo con i Servizi sociali, ma ci sono anche genitori che possono permettersi la tariffa ma non pagano ugualmente. Il nostro invito, a tutte le persone che si trovano in difficoltà economiche, è di segnalarlo ai nostri servizi, non scegliendo invece semplicemente di non pagare pensando poi che non vi siano conseguenze». Comune e anche la Fondazione Carigo provvedono ogni anno, ciascuno a suo modo, a chiedere queste piccole falle determinate dall’indigenza.

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