Mensa di Fincantieri a Monfalcone aperta all’indotto, gli spogliatoi no

Ne saranno realizzati 2.700, ma solo nel 2021. Niente operai in autobus, a Panzano solo a piedi, in bici oppure in auto
Bonaventura Monfalcone-20.04.2020 Riapertura-Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-20.04.2020 Riapertura-Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

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MONFALCONE Passi avanti su mensa e trasporti sul fronte del cantiere. Con una turnazione anche i lavoratori delle ditte esterne potranno mangiare in mensa (ticket di 6 euro, ci sarà pure un’area nei refettori per chi si porta cibo da casa) e ci saranno autobus navetta per gli operai. Fincantieri procede nel suo programma di ritorno alla normalità produttiva con il rientro graduale anche dell’indotto. C’è il via libera dal nuovo vertice che si è svolto ieri in cantiere coordinato dal prefetto. Una riunione molto tesa dove è emerso che alcuni nodi sul tavolo per il momento non possono essere ancora risolti. Resta infatti il problema delle tute blu dell’indotto, almeno 3 mila persone su 7 mila, che non hanno gli spogliatoi. Non possono cambiarsi in cantiere, potranno arrivare solo a piedi, in bici (anche se il piazzale per le due ruote ora è una gimcana di transenne) o in auto. Sui bus è vietato salire con la tuta di lavoro, ma la nuova ordinanza non c’entra c’è una vecchia regola dell’Apt.



Per questo bisognerà aspettare settembre quando partiranno i lavori per realizzare 2700 nuovi posti. Il sindaco Anna Cisint ha “strappato” delle date precise al direttore del cantiere, Roberto Olivari: «È ufficiale, ho ottenuto la documentazione con un crono-programma– spiega Cisint – il 4 settembre mi è stato assicurato che si chiude la gara, i lavori inizieranno il 7, e divisi in quattro lotti si concluderanno in 340 giorni».

E nel frattempo come si gestirà la questione, alla luce anche dell’ordinanza che vieta a chi è in tuta di utilizzare mezzi pubblici, entrare in negozi o uffici? «È un problema che ho ben presente – aggiunge il sindaco – per questo ho espresso tutte le mie perplessità a Fincantieri. Scriverò anche una nuova lettera al prefetto per dire che nell’attesa della realizzazione dei nuovi spogliatoi resta questo nodo». Un tema rovente a dir poco quello delle tute blu e il sindaco non ammette critiche o attacchi: «Che nessuno osi dire che io sono contro le tute blu o il terlis – attacca – proprio io che sono di Panzano e che ho perso mio padre, cantierino a causa della polvere dell’amianto sulla tuta che portava a casa. La tuta blu nella storia dei cantieri è semprestata un simbolo del valore del lavoro di tecnici e maestranze. Non ho mai pensato di fare nulla contro gli operai, quell’ordinanza è per la tutela della loro salute e di quella dei cittadini all’esterno. Non sono loro che voglio mettere alle strette ma Fincantieri. E il risultato ottenuto oggi (ieri ndr) è un grande risultato finalmente con risposte sugli spogliatoi».

Cisint sulla stessa linea dei sindacati, insiste: «I lavoratori devono essere messi nelle condizioni di lavarsi e cambiarsi in cantiere». Una posizione ribadita ieri dal sindaco ma anche dai sindacati durante una riunione molto complessa, divisa in varie stanze, spesso con difficoltà nell’audio (erano tutti in teleconferenza), ma soprattutto con momenti di tensione. A tentare di trovare una via d’uscita condivisa il prefetto, Massimo Marchesiello che ha dovuto giostrarsi con da una parte la Fincantieri che aveva una nutrita squadra capeggiata dal direttore del cantiere Olivari. Dall’altra il sindaco Anna Cisint che su certi temi non intende mollare un centimetro. Poi il sindacato con Cgil, Cisl, Uil e le Rsu con le Rls. E ancora l’azienda sanitaria, la Regione con l’assessore Graziano Pizzimenti e l’Apt con la presidente Caterina Belletti.

Da lunedì 27 entreranno almeno mille persone, ci sono già 120 esterni e dal 4 maggio iniziano ad arrivare le ditte dell’indotto e la macchina organizzativa di sicurezza dovrà funzionare al meglio per evitare i contagi.

«Fincantieri ha confermato che realizzerà 2.700 spogliatoi, ma fino al 2021 non cambierà nulla – commenta il segretario della Cgil di Gorizia Thomas Casotto – gli operai in tuta potranno arrivare solo a piedi, in bici o con l’auto e non potranno cambiarsi. E c’è l’ordinanza che contrasta e dà poca manovra. Un corto circuito dannoso. Fincantieri ha fatto molti passi avanti indubbiamente, ma non basta. C’è il rischio dell’aumento dei contagi, noi abbiamo fatto precise domande. Ci hanno detto che risponderanno alle Rsu. Vogliamo fidarci. Ma se ci saranno dubbi e se mancheranno le informative noi siamo pronti a fermare il cantiere».

«Lo scambio di informazioni è un punto centrale per controllare che tutto il sistema di sicurezza funzioni – aggiunge il segretario della Uil, Claudio Cinti – se c’è qualcosa che non va interverremo. Saremo vigili. Positivo il fatto che alcune questioni da noi sollevate sono state accolte da Fincantieri, la mensa, i trasporti. Resta il nodo spogliatoi, c’è un impegno a realizzarli».

Anche Gioacchino Salvatore della Cisl conferma «Vigileremo. Le aziende ora devono aprire ma in condizioni di massima sicurezza. Il problema non riguarda il personale Fincantieri, ma le maestranze dell’appalto. Non possiamo rischiare di fermare tutto per nuovi contagi. Bisogna pensare a una nuova figura, un rappresentante della sicurezza dei lavoratori che vigili e abbia voce in capitolo anche sugli operai dell’indotto». –

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