«Meno primari in Friuli Venezia Giulia? Più medici e infermieri»

Cgil, Cisl e Uil si schierano a favore del taglio dei doppioni nella sanità: «Ma si usino i risparmi per le assunzioni»
La sede della giunta regionale, in piazza Unità
La sede della giunta regionale, in piazza Unità

TRIESTE. Nulla da obiettare, in linea di principio, sul taglio anti-doppioni di 80 posti da primario in tre anni. Purché, però, i servizi erogati in Friuli Venezia Giulia non ne risentano e a condizione che, in questo senso, si investa in figure professionali quali operatori sanitari e infermieri. È il pensiero condiviso che esce dal fronte sindacale.

Un messaggio alla Regione e all’assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca. «La richiesta del taglio dei doppioni - osserva Franco Belci, segretario regionale della Cgil - è partita da noi sin dall’inizio del percorso di riforma. Arriva in effetti un po’ in ritardo ma il giudizio è positivo. In piedi abbiamo un tavolo di confronto con Telesca, che si chiuderà in ottobre. Il primo obiettivo era proprio quello di ridurre il numero di primari». Il passo successivo, continua Belci, è di «concludere per quanto riguarda il fabbisogno di personale, recuperando ciò che si può proprio grazie all’eliminazione dei doppioni e vedendo quante persone assumere. Di certo manca personale. A meno di primari con funzioni duplicate si può fare, a meno degli infermieri no».

La Regione taglia il 30% dei primari

Una posizione che nella sostanza vede la convergenza anche della Cisl, per voce del suo segretario della Funzione pubblica, Massimo Bevilacqua: «Siamo sempre stati favorevoli all’eliminazione dei doppioni fra i primari - premette -, l’avevamo chiesto come Cisl-Fp. Era uno degli aspetti che la Regione aveva lasciato indietro all’uscita della riforma. Siamo a favore purché, naturalmente, non si vada a compromettere così il servizio al malato».

Ricordando peraltro come di quegli 80 posti prossimi all’eliminazione, la metà già non sia coperta, Bevilacqua invia un messaggio chiaro alla giunta Serracchiani: «È evidente che se questa manovra libera risorse, queste vanno impiegate per assunzioni di operatori sociosanitari e infermieri, che in effetti mancano. Fra l’altro - conclude - in regione verranno organizzati due concorsi entro il 2015». La delibera di indirizzo approvata dall’esecutivo regionale prevede un passaggio dal totale attuale di 288 strutture complesse tra ospedali e università in Fvg a 208 nel giro di un triennio.

Maria Sandra Telesca
Maria Sandra Telesca

«Il problema non è il taglio dei primari - osserva Luca Tracanelli della Uil -, ma fornire prestazioni e servizi in maniera idonea. E avere le risorse, di personale e di strumenti, per garantirli. Bisognerà intervenire sui modelli organizzativi. Noi diciamo sempre che i cambiamenti sono una cosa normale ma è necessario farli con i piedi di piombo. Siamo aperti - conclude - alla discussione, stiamo a vedere».

In ambito sanitario, il commissario dell’Azienda per l’assistenza sanitaria n.1 Triestina e degli Ospedali riuniti del capoluogo regionale, Nicola Delli Quadri non si scompone: «Trieste ha già dato rispetto ad altre realtà del Fvg, ritengo che avremo pochi aggiustamenti. L’impianto complessivo ospedaliero non subirà grandi cambiamenti. La realtà che dovrà adeguarsi di più - chiude il manager - è Udine».

Pressing per i quattro primari mancanti
Stethoscope

La discussione tiene banco pure a livello politico. «Non credo si sbagliato eliminare i doppioni - esordisce il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Riccardo Riccardi - ma bisogna parlare di ciò che sta dietro al primario. Io contesto l’impostazione della riforma e l’effetto che produce complessivamente. I nodi vengono al pettine. Non ho mai visto in questa regione - evidenzia il forzista - una sofferenza come ora: medici in sciopero, infermieri che si arrabbiano e ore di attesa al Pronto soccorso».

Dall’altra parte della barricata, il Pd, che con Franco Rotelli assicura pieno sostegno a Telesca: «Si tratta di un percorso segnato dalla legge nazionale e dal ministero. Il taglio dei primari è un obiettivo di medio periodo, viene usata tutta la cautela necessaria. Per i cittadini - aggiunge Rotelli - i servizi miglioreranno: nel momento in cui accorpi le strutture, la casistica affrontata aumenta e quindi le competenze e la capacità di far fronte alle emergenze anche». Il consigliere democrat ricorda infine come la riforma muova nel complesso nella direzione di «rinforzare gradualmente il territorio e nel contempo di organizzare meglio l’ospedale».

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