«Meno burocrazia e meno tasse Andiamo a vivere in Slovenia»

Il fenomeno appena adesso sta prendendo piede tra i giovani. Trenta casi registrati ma centinaia di persone hanno mantenuto la residenza e vivono oltreconfine per ragioni non solo economiche
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 12.11.2016 Zona residenziale Nova Gorica © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 12.11.2016 Zona residenziale Nova Gorica © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Troppe tasse. Bolli, superbolli. E bollette che schizzano impazzite all’insù. «Quasi, quasi vado a vivere in Slovenia dove la pressione fiscale è più bassa e, forse, trovo anche lavoro e i servizi sono migliori», è il ragionamento che comincia ad insinuarsi nella mente di tanti giovani che vedono poche prospettive in città.

Sì, perché il muro della diffidenza - seppure con grande lentezza - si sta sgretolando. E, timidamente, cominciano a vedersi goriziani che vanno ad abitare “di là”.

Le iscrizioni

all’Aire

Fondamentale il quadro fornito dall’ufficio anagrafe del Comune di Gorizia che precisa: «I cittadini italiani che emigrano all’estero stabilmente hanno l’obbligo di iscriversi all’Aire (Anagrafe italiani residenti estero) tramite i consolati competenti per stato/territorio che inoltrano poi le comunicazioni ai Comuni che provvedono a loro volta alla propria e vera iscrizione Aire e a darne poi comunicazione al Ministero dell’Interno. I dati si riferiscono esclusivamente alle effettive registrazioni effettuate dal comune di Gorizia nel periodo richiesto. Ebbene, negli anni 2015 e 2016, i cittadini goriziani registrati all’Aire in Slovenia sono stati trenta, di cui (ed è il dato che maggiormente ci interessa) 20 sono iscrizioni per espatri: 11 nel 2015 e 9 nel 2016. Poi, ci sono quattro iscrizioni per nascita (2 nel 2015, altrettanti 2 nel 2016) e altre sei per acquisto cittadinanza italiana: quattro nel 2015 e 2 nell’anno in corso». Ma il fenomeno è molto più ampio e riguarda centinaia di pendolari.

Ci sono numerosi casi di goriziani che mantengono la residenza a Gorizia e sfuggono così ai radar degli uffici statistici. Qualcosa si muove, dunque. Anche se, contrariamente al fenomeno che si sta riscontrando a Trieste (dove molti triestini mettono su casa dall’altra parte del Carso, in Slovenia), il loro numero è ancora basso. È altrettanto vero, però, che inizia ad aprirsi timidamente un nuovo mercato specie tra i giovani che non “sentono” i confini. C’è grande interesse ma non si registra ancora un vero e proprio boom di richieste. «Ma è un meccanismo che deve appena oliarsi e che trova soltanto ora qualche spinta, seppur timida e lieve», sottolineano speranzosi gli operatori immobiliari che si aspettano grandi cose dalla definitiva caduta del confine.

L’osservatorio

della Fiaip

Un invito alla cautela arriva da Pierluigi Sardelli, presidente provinciale della Fiaip, la principale associazione di categoria del settore immobiliare con circa 12mila agenzie immobiliari e più di 50mila operatori in tutta Italia. «Per quanto ci riguarda, il mercato immobiliare transfrontaliero non è ancora decollato», sottolinea Sardelli. Che aggiunge: «Al di là dei benefici di natura fiscale, non ci sono grossi vantaggi per un goriziano nel mettere su casa “di là”. In Slovenia le abitazioni costano di più, di un buon 20%, inoltre la qualità costruttiva è più bassa rispetto alle nostre realizzazioni e le finiture non sono così raffinate e curate. Semmai, è più vantaggioso per un cittadino sloveno acquistare casa “di qua” ma, anche in questo caso, è una dinamica rallentata, poco significativa».

Sardelli fornisce due numeri che permettono di inquadrare realisticamente la situazione. «A Nova Gorica ci sono all’incirca 50 abitazioni in vendita mentre a Gorizia ce ne sono almeno 300 sul mercato - il ragionamento del presidente Fiaip -. Significa che nella città confinante c’è meno offerta e, quindi, il prezzo sale rispettando la regola del mercato. Qui, invece, ci sono più appartamenti in vendita e, ovviamente, le quotazioni scendono. Non è un mistero che Gorizia sia la città del Nord Italia con i prezzi più bassi. Non l’ha evidenziato soltanto la Fiaip ma anche le periodiche ricerche sul mercato immobiliare condotte da enti terzi».

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