Menia: «Ricordiamo Almirante ma non in Consiglio comunale»

Né l’ex sottosegretario né Sergio Giacomelli d’accordo sulla sede proposta da Scoccimarro. Spadaro: «I suoi pensieri erano altrove. Non ha senso»
Giorgio Almirante in piazza Goldoni. Sul palco si riconosce Sergio Giacomelli (dal libro “Trieste a destra”)
Giorgio Almirante in piazza Goldoni. Sul palco si riconosce Sergio Giacomelli (dal libro “Trieste a destra”)

«Non li go neanche...». In triestino. «Me ne frego». In gergo fascista. «Non li ho neanche sotto i tacchi delle scarpe». In italiano forbito. Il “federale” Sergio Giacomelli, memoria storica della destra triestina, chiarisce il suo pensiero sulla commemorazione di Giorgio Almirante in Consiglio comunale per il 18 ottobre. L’avvocato non condivide la richiesta della sala del Consiglio comunale per ricordare i cent’anni dalla nascita di Giorgio Almirante avanzata da Fabio Scoccimarro, coordinatore regionale triestino di Fratelli d’Italia (An). Invitati illustri: Marco Pannella, Luciano Violante e la vedova, donna Assunta. «Sarebbe troppo piccola. Assolutamente inadeguata» dice l’avvocato che nel 1978 sedeva in Consiglio comunale a Trieste alla sinistra di Almirante.

«A Trieste niente Consiglio comunale per Almirante»

E, quindi, piuttosto che polemizzare con il sindaco Roberto Cosolini (che ha rifiutato in via preventiva la concessione della sala) se la prende con il coordinatore regionale del suo partito, erede di terza mano del Movimento sociale italiano. «Il sindaco si è buttato per terra per non cadere, ma era una richiesta insulsa. In Consiglio comunale non abbiamo mai fatto celebrazioni del genere - spiega Giacomelli -. Lui era consigliere comunale e sotto questo profilo si può richiedere la sala. Ma io sinceramente lo farei altrove, anche perché la sala del Consiglio comunale è scarsamente capiente. Io ne ho già fatta una con Francesco Serpi, per l’anniversario vero, in giugno (Almirante è nato il 27 giugno 1914, ndr). L’iniziativa è venuta benissimo, l’abbiamo fatta all’Hotel Milano». Restano ricordi di quell’anno dopo Osimo vissuto nel Consiglio comunale di Trieste. «Alla mia destra era seduto Almirante e proprio di fronte a me c’era Pannella - racconta Giacomelli -. Me li ricordo molto bene. Io sinceramente Almirante lo ricordo molto più volentieri come segretario nazionale del Msi che come consigliere comunale di Trieste. Anche se quell’anno (1978) è stato indimenticabile con Manlio Cecovini sindaco. C’era la diretta televisiva su TeleQuattro. Una cosa bellissima, con tanto pubblico, ma anche insidiosa. Le nostre mogli guardavano la televisione e ci chiedevano conto di tutto. Eravamo controllatissimi. Non si poteva neanche andare al bagno o a prendere un caffè in santa pace». Ma sul fatto di ritornare sul luogo per ricordare Almirante, ce ne passa. «Scoccimarro avrà fatto questa avance, ma non credo abbia fatto una richiesta ufficiale - spiega il “federale” missino -. La stessa cosa è successa con il Consiglio comunale di Gorizia. Volevano mille garanzie: che non si parlasse di questo o di quell’altro, che non ci fossero certi simboli. Alla fine la commemorazione è stata fatta alla Ginnastica Goriziana. Io preferisco che si faccia in un’altra sala dove portiamo chi vogliamo, diciamo quello che vogliamo ed esibiamo le bandiere che vogliamo. Me la faccio per conto mio, come voglio io alla faccia di tutti quelli che ci vogliono male».

Giorgio Almirante merita molto di più del Consiglio comunale. Roberto Menia, ex parlamentare cresciuto alla scuola di Almirante, non se la prende con il sindaco. Anzi. «Trovo un po’ bizzarra la richiesta di Scoccimarro - spiega l’ex parlamentare -. La sala del Consiglio comunale non è mai stato concessa a partiti politici. È un luogo istituzionale. Bisogna saper distinguere i due livelli. È vero che Almirante è stato un consigliere comunale a Trieste, una presenza forte nell’anno della contestazione del trattato di Osimo. Un ricordo istituzionale ci potrebbe anche stare, ma la commemorazione politica va fatta in un’altra sala. Mi sembra ovvio».

Stelio Spadaro, anima storica della sinistra triestina, esponente del defunto partito comunista, non “sdogana” la commemorazione. «Se dipendesse da me, non lo ricorderei in Consiglio comunale. Non voglio rappresentare l’opposizione pura e dura. Almirante va capito nel quadro della politica degli anni, ma la sua figura non va esaltata in Consiglio comunale. Inoltre quando è stato consigliere aveva altri pensieri per la testa che il Consiglio comunale di Trieste».

In Consiglio comunale rimane per ora depositata una mozione per intitolare una via a Trieste ad Almirante. L’ha presentata il consigliere comunale Claudio Giacomelli, figlio di Sergio. «Dalla nostra comunità - scrive nella mozione - viene ricordato soprattutto per la sua onestà morale e per essere ancora oggi un esempio di buona politica».

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