Menia: pronto a lasciare il posto da sottosegretario
"L’ho messo in conto da tempo. Se scegliamo l’appoggio esterno, torno a fare il deputato"

Il sottosegretario all'Ambiente Roberto Menia
TRIESTE
. «L’appoggio esterno è un’opzione sul tavolo. Che succede se passa? Lascio il governo, è ovvio». Non voleva il Pdl ma nemmeno la rottura tra i suoi padri fondatori. Quando si è consumata, ha preso atto e scelto l’amico di una vita, Gianfranco Fini, ma ha continuato a battersi per scongiurare il patatrac finale, rintuzzando i ”falchi” di Futuro e libertà.
Adesso, però, mentre impazzano la ”Ruby story” e il ”bunga bunga”,
Roberto Menia
, sottosegretario all’Ambiente, non nasconde il disagio. Non più. E, pur ribadendo la fedeltà al centrodestra e l’odio per tradimenti e ribaltoni, mette in discussione Silvio Berlusconi: «Dovrebbe valutare un passo indietro». Ancor prima, però, mette in conto il suo addio al posto di sottosegretario all’Ambiente: «In verità l’ho già messo in conto da tempo».
Sottosegretario, il governo regge o cade?
Dura prevederlo.
Settimana decisiva?
Credo di sì.
La vicenda di Ruby fa da detonatore. Perché l’ha definita di gravità senza precedenti?
Se è vera, non siamo di fronte a festini privati, ma a un premier che chiama in questura per chiedere di affidare a una consigliera regionale, sui cui meriti sorvolo, una minorenne extracomunitaria fermata per furto, senza l’autorizzazione del pm dei minori: non mi pare una vicenda da Paese normale. Qualcuno si ricorda Vito Lattanzio?
L’ex ministro della Dc?
Si è dimesso da ministro della Difesa per la fuga di Kappler. Non l’ha mica fatto scappare lui ma, una volta, la politica aveva le sue regole e le istituzioni venivano rispettate.
Berlusconi, come Lattanzio, deve dimettersi?
Berlusconi sa cos’è successo veramente con Ruby. E quindi, se davvero ha telefonato e commesso un abuso, secondo me dovrebbe valutare un passo indietro.
E dopo? Governo tecnico, elezioni anticipate, o cosa?
A me non piacciono i governi tecnici e soprattutto i ribaltoni. E comunque a Roma una maggioranza politica c’è ancora.
Che significa? Che Berlusconi deve cedere il timone a un uomo del Pdl?
E perché no? La Costituzione dice che, quando cade un governo, il presidente della Repubblica cerca un’alternativa. In Parlamento, lo ripeto, una maggioranza c’è e ha la fiducia degli elettori.
Se Berlusconi non si dimette, come sembra probabile, che fa Futuro e libertà? Concede solo l’appoggio esterno?
È una delle opzioni.
La condivide?
Ci consentirebbe di marcare la nostra presa di distanza da certi comportamenti ma, al contempo, garantire la prosecuzione dell’esperienza di centrodestra.
Se passa questa opzione, lascia subito il posto da sottosegretario?
Ovvio. Mi ritiro, come l’intera delegazione di Fli, e vado a fare il parlamentare.
Dispiaciuto
?
L’ho messo in conto da tempo. Anzi, confesso che avevo già pensato di andarmene autonomamente, prima della vicenda di Ruby.
Perché non l’ha fatto?
Perché è giusto decidere in squadra.
Quando deciderete, allora?
Sabato e domenica, a Perugia, si tiene la nostra assemblea costituente. Immagino che sarà lì che Fini annuncerà le decisioni.
Opzioni alternative all’appoggio esterno?
Molto dipende da fatti esterni alla nostra volontà...
Ma Fini ha il pallino in mano. E il Pdl, non a caso, gli lancia l’ultimatum.
Paradossale. La vicenda di Ruby investe Berlusconi, mica Fini, eppure il Pdl cerca di darci la colpa e farci passare per traditori. Ma non siamo noi a dover accoltellare Berlusconi, bensì Berlusconi a dover rispondere delle sue azioni.
L’opposizione, invece, vi chiede di affondare il coltello.
Non siamo le quinte colonne dell’opposizione e non lo saremo mai.
Ma Fli che vuol fare da grande? Il terzo polo
?
Né il partitino che gioca a fare la politica dei due forni né il terzo polo. Fini vuole creare un centrodestra diverso dall’attuale.
Ci vuole tempo, però. È anche per questo che esitate a buttar giù Berlusconi?
Non siamo Bruto e non faremo a nessuno il favore di dipingerci come Bruto. Dopo di che, e non lo nego, se tutto si rompe nell’immediato, la partita si fa più difficile anche per noi.
Quasi nessuno, però, scommette più sulla durata del governo. Giuliano Ferrara evoca il 25 aprile del Cavaliere. Sbaglia?
Ci sono date infauste sulle quali non voglio pronunciarmi.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video