Menia: "Non lascio il Pdl finché non mi cacciano..."

Il sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia, finiano e vicecoordinatore del Pdl del Friuli Venezia Giulia, precisa:"«Nessuno mi ha convocato e, finché non mi convocano, la situazione vigente non cambia". Ma il coordinatore regionale Isidoro Gottardo insiste: "Se si aderisce a un altro gruppo è corretto abbandonare gli incarichi"
Roberto Menia
Roberto Menia
TRIESTE
«Finché non mi cacciano...». Roberto Menia stoppa le accelerazioni. Il sottosegretario all'Ambiente è fuori dal Pdl? E quindi, automaticamente, non è più vicecoordinatore regionale del partito? «Nessuno mi ha convocato - afferma - e, finché non mi convocano, la situazione vigente non cambia». Tutto questo mentre Isidoro Gottardo, il coordinatore Fvg, sembra invece dare per scontato l'addio di Menia anche dal ruolo politico sul territorio: «Quando si aderisce a un altro gruppo e questo si propone di creare un nuovo partito, è corretto lasciare gli incarichi».


Secondo Menia, invece, i passaggi vanni fatti per gradi. «Io incompatibile perché aderisco a Futuro e Libertà? Come ovvio, se il Pdl ritiene che ci sia incompatibilità non si potrà stare nel Pdl a dispetto dei santi, ma nessuna convocazione annunciata è arrivata, non almeno per quel che mi riguarda. Resto dunque in attesa di sapere che cosa mi dicono».


Menia insiste sul fatto che «la politica si sviluppa per passi lineari». E precisa: «Fini ha detto che il Pdl, per come l'abbiamo immaginato e conosciuto, non c'è più. Nel momento in cui Fini viene espulso nel Pdl, abbiamo formato un gruppo parlamentare che è però assolutamente leale al centrodestra e alla maggioranza di governo e si rende disponibile a restare in alleanza fino al 2013. Ma va anche tenuto conto dell'editto di fine luglio - prosegue Menia -, quello che di fatto ha cacciato Fini. Se nella trattativa quell'editto verrà ritirato e si potrà ridiscutere l'assetto del Pdl, resteremo tutti nel partito. Se invece sarà inevitabile la formazione del partito di Fini, si valuterà sul come formarlo, e se dovrà essere federato o soggetto autonomo».


La carica regionale? «Non mi pare sia questa la priorità. Se poi vogliono convocarmi e poi cacciarmi, lo facciano. A quel punto sarà del tutto evidente che non potrò mettere due piedi in una scarpa». Di certo Menia sta con Fini: «Nessun dubbio, sarò con lui». L'auspicio? «Tutti sanno che il Pdl com'era non lo volevo, vedremo che strade si prenderanno. Non auspico più niente, attendo che il destino si compia. Ma non c'è alcun motivo di affrettare alcunché».


Non sembra pensarla così Gottardo. «Quando si aderisce a un altro gruppo e questo si propone di creare un nuovo partito - ribadisce il coordinatore Fvg -, è corretto lasciare gli incarichi». Di fatto, «già dalla costituzione di Fli, pur auspicando una ricomposizione nel Pdl, Menia si era astenuto dall'esercizio del ruolo di viceocordinatore». Certo non c'è polemica, non tra due persone che hanno lavorato in sintonia per mesi: «Menia ha lavorato lealmente, una volta costituito, alla formazione del Pdl e prima ancora per An alla costituzione in Friuli Venezia Giulia di un centrodestra coerente e vincente. Credo che, seppur non con il Pdl, sarà quello che continuerà a fare anche in vista degli impegni futuri oltre che rispetto a quelli presi. Comprendo, ma non condivido, la sua scelta politica. Tuttavia la stima e la amicizia creatasi non verranno meno».


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