Menia: "Mi chiamano tutti per passare a Fli"

Il deputato triestino al fianco di Fini: "Adesso il mio cellulare suona in continuazione: sono gli ex di An rimasti nel Pdl. Ma non sempre si può ricomporre la frattura"

ROMA

Improvvise folgorazioni. Da quando un voto ha segnato la fine dell'era Berlusconi, il cellulare di Roberto Menia è tempestato di telefonate e messaggini.

Sui nomi il triestino coordinatore di Futuro e Libertà non si sbottona. Ma rivela trattarsi, oltre che di persone da sempre vicine a Fli, anche di pentiti di ex An, che iniziano a dare segnali di attenzione.

Un’umanità varia, da imprenditori di rilievo del Friuli Venezia Giulia a funzionari dei ministeri. I quali, ironizza Menia, «a quanto pare si erano sinora dimenticati della nostra esistenza».

Cos’è? Paura di perdere la poltrona o un posto di potere?

Va distinto l'elettorato da chi ricopre dei ruoli. La cacciata di Fini dal Pdl è stato un fatto lacerante per tutte le coscienze, soprattutto per coloro che avevano condiviso nel partito storie e idealità. Io stesso ho rivissuto i tempi in cui militavo nel Msi quando Berlusconi ci disse che ci avrebbe fatti tornare nelle fogne. Si sono prodotte fratture e lacerazioni che resteranno a lungo nel tempo. Ma un conto sono le perplessità di alcuni militanti, o quelle di una classe dirigente rimasta con mille dubbi nel Pdl. Un altro conto è la posizione di chi si è espresso dicendo che dovevamo morire. In questo caso sarà difficile ricomporre.

Intende gli ex An che hanno deciso di restare berlusconiani dopo l'espulsione di Fini ?

In questa fase è evidente che vedono con terrore la centralità di Fini. Oggi è chiaro che il centro destra di Berlusconi è sconfitto e non ne può che subentrare un altro, quello di Fini e Casini, che hanno l'ambizione di occupare lo spazio di un Pdl che si sfalderà. Siamo in una fase dinamica che metterà in discussione tutti gli schemi finora conosciuti.

Che accadrà invece ai cosiddetti colonnelli che sono rimasti al fianco di Silvio Berlusconi fino all’ultimo?

Diventeranno una riserva del Pdl. Il quale, tra l'altro, neppure li vuole. Hanno ambizioni, ma nessun leader. Rischiano di fare i gruppetti di riserva. Ci davano per morti, ora sta accadendo il contrario.

Cioè?

Nei nuovi scenari, con Berlusconi fuori dai giochi, gli italiani che guardano al centro destra si orienteranno verso Pierferdinando Casini se sono di matrice cattolica e centrista. Ma se guardano ad una destra repubblicana ed europea non potranno che votare per noi. Anche perché, rispetto ai nostri ideali di riferimento, nulla è cambiato. (m.ne.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo