Menia lascia il Pdl, pronto a candidarsi a sindaco a Trieste

Roberto Menia lascia il Pdl. L'annuncio in una conferenza stampa convocata in piazza Goldoni. Il sottosegretario all’Ambiente non esclude nemmeno una candidatura a sindaco di Trieste, sempre per spirito di servizio al nuovo soggetto politico
Roberto Menia con Gianfranco Fini
Roberto Menia con Gianfranco Fini
Nel giorno in cui il suo addio al Pdl e le dimissioni dalla carica di vicecoordinatore regionale diventano ufficiali, Roberto Menia non esclude un lancio in grande stile di Futuro e Libertà per l’Italia anche alle prossime amministrative. Con «una lista», sì. Ma soprattutto con un suo coinvolgimento diretto in prima linea. «Io candidato sindaco a Trieste nel 2011? Se Fli vuole presentarsi in maniera forte in città, è nello scenario possibile. Potrebbero essere le circostanze a indurmi a farlo». Così il sottosegretario all’Ambiente, ieri, nel corso di una conferenza stampa convocata in piazza Goldoni, nella sede oggi proprietà della Fondazione Alleanza nazionale ma un domani chissà. «Quando marito e moglie si separano - ha aggiunto Menia riferendosi all’uscita dei finiani dal Pdl e alla costituzione del nuovo soggetto politico targato Fli -, si dividono i beni di solito. Mi piacerebbe che questa sede storica andasse a Futuro e Libertà». Parole sottolineate da un sorriso orgoglioso e dalla coincidenza simbolica della presenza della fiamma dell’Msi e del marchio Alleanza nazionale alle sue spalle come pure dalla bandiera di An sistemata sul tavolo subito davanti.


ESIGENZE TATTICHE
«Faremo una lista», si è lasciato scappare Menia nel post-conferenza chiacchierando della tornata elettorale della prossima primavera. Dove, «per esigenze tattiche», parole sue, potrebbe anche ritrovarsi coinvolto come concorrente per la poltrona di sindaco: «Non ho questa brama. Mi piace il Parlamento», si è affrettato a chiarire. Lui che in passato aveva affermato di essere un uomo troppo marcatamente di destra per tentare una simile avventura elettorale: «Rivendico con fierezza il mio essere, in realtà non ho nessuna voglia di fare questa cosa». Ma «esigenze tattiche» potrebbero costringerlo a sacrificarsi. «Però non vorrei essere messo nella stessa lista dei papabili con Bandelli e Tonellotto... - ha ironizzato Menia - Le loro candidature sono state presentate lo stesso giorno. Non ho capito chi è la risposta all’altro...».


ANTONIONE
Nessun richiamo spontaneo alla candidatura pidiellina sponsorizzata direttamente da Roma, quella di Roberto Antonione, ma una risposta: «Ne deve passare di acqua sotto i ponti». E ancora: «Il senatore Saro lavora per la convergenza fra Antonione e Bandelli? Saro è di Martignacco e quando parla della sua città è giusto, su Trieste potrebbe non inserirsi... Prima di tutto comunque è il Pdl che si deve mettere d’accordo al suo interno». Già, proprio quel Popolo della Libertà di cui Menia non fa più parte: «Subito dopo l’espulsione di Gianfranco Fini dal Pdl, ho aderito al gruppo parlamentare di Fli - ha spiegato il sottosegretario -. Martedì, come noto, nascerà il comitato promotore e costituente del nuovo soggetto politico. È quindi ormai incompatibile la mia presenza nel Pdl. Per questo ho spedito una lettera al coordinatore regionale Isidoro Gottardo, in cui fornisco le motivazioni per le quali ritengo evidentemente contraddittoria la mia permanenza nel Pdl e nel ruolo di vicecoordinatore regionale. Le strade oggi si separano, sciolgo quindi una situazione che era diventata ambigua».


MAGGIORANZA
Una volta espressa la sua «solidarietà a Maurizio Belpietro», il direttore di Libero sfuggito per un soffio all’agguato che lo attendeva sulle scale di casa, Menia ha posto l’accento sulla situazione nazionale, parlando di «maggioranza rimodulata, ridisegnata in maniera diversa e formata da una pluralità di soggetti», soffermandosi anche «sull’elemento di lealtà riconosciuta ai finiani all’interno del centrodestra. A testimonianza del fatto che non vi fosse alcun gioco di palazzo come qualcuno aveva ipotizzato». Proprio Fli è oggi, secondo Menia, «un elemento determinante per la maggioranza stessa. Non una piccola An, ma una realtà che mira ad aggregare sulla base di principi quali socialità, legalità e ordine». Nascerà formalmente anche a Trieste «a inizio 2011 ma forse più in là. Se dovessimo andare al voto a marzo - ha messo tutti sull’avviso il sottosegretario -, come vuole la Lega Nord, saremmo in ogni caso pronti ad accelerare».


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