Menia fa la conta dei ”finiani”, c’è già chi si chiama fuori
L’imbarazzo di Brandi e Tononi: «Non lasciamo il Pdl ma restiamo amici di Roberto»
Roberto Menia, Gianfranco Fini
TRIESTE
Oggi spettatori, interessati ma ancora sufficientemente lontani. La partita, per adesso, si gioca a Roma. Domani, quando il momento arriverà, protagonisti di una scelta e delle conseguenze che questa porterà in dote. Inclusi gli effetti della già sbandierata incompatibilità fra incarichi di partito a livello locale e adesione al Fini-pensiero che farà di Roberto Menia una delle prime vittime. Il tempo li sistemerà uno ad uno davanti a un bivio: Pdl o Fli, quando Futuro e Libertà per l’Italia diverrà partito e sarà un’alternativa politica reale al Popolo della libertà. Anche a Trieste lo strappo fra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi farà sentire i suoi effetti. Gli aennini dovranno allora decidere, anche se qualcuno la risposta in tasca ce l’ha già mentre in tanti aspettano e altri si lasciano malvolentieri crogiolare nei dubbi: il bacino d’utenza cui ha fatto riferimento per anni Fini è vasto. C’è una base e ci sono pedine sistemate con la benedizione del suo fedelissimo Roberto Menia (che ha riaffermato così le sue convinzioni: «Pdl e Fli hanno strade incompatibili. Io ribadisco la mia scelta di libertà con Fini, siamo fuori dal Pdl») non solo in posizioni politiche strategiche ma anche in enti e società partecipate. E c’è chi, come annunciato da Enrico Sbriglia, assessore comunale alla Sicurezza e referente regionale di Generazione Italia, si sta avvicinando alle posizioni finiane pur non essendosi mai approssimato prima ad An o ancor più indietro negli anni all’Msi.
L’ESERCITO
Un esercito - quello di provenienza An - che conta, oltre al sottosegretario all’Ambiente e vicecoordinatore regionale del Pdl (per il momento ancora in carica in entrambe le vesti) Roberto Menia, un assessore regionale quale Angela Brandi, consiglieri regionali (Piero Tononi e Alessia Rosolen), ma anche quattro componenti dell’esecutivo comunale: il vicesindaco Paris Lippi e gli assessori Claudio Giacomelli, Michele Lobianco ed Enrico Sbriglia. Fulvio Sluga, legato sì dalla politica ma anche da una pluriennale amicizia a Fini e Menia, è coordinatore comunale del Pdl. La presenza sul territorio, in posizioni di potere, di esponenti usciti dall’area aennina non si esaurisce qui, come si riporta nel grafico qui a fianco: incarichi di governo, in Regione, Comune, nelle circoscrizioni ma anche all’opposizione in Provincia e nel Comune di Muggia, come nuovamente in seno alla maggioranza in Municipio a Duino Aurisina. Non è tutto perché la rete è estesa oltre ai confini amministrativi: le sue maglie abbracciano enti e società partecipate operanti nei campi più disparati della vita quotidiana. Dall’Erdisu che si occupa di agevolazioni e diritto allo studio per gli iscritti all’università, con Marco Vascotto presidente, alla Trieste trasporti di cui proprio Sluga è vicepresidente. E ancora Amt spa e Amt trasporti srl con - rispettivamente - Andrea Polacco e Adriano Del Prete al vertice. La lista è lunga: Esatto spa, la società che gestisce le entrate del Comune (tarsu, multe, affissioni), ha in Fabio Scoccimarro il suo presidente e all’Ater lo stesso ruolo è occupato da Rocco Lobianco.
A TRIESTE
Aennini si diceva, non finiani. Perché qui a Trieste «finiani non ce ne sono, ci sono gli aennini», come specifica in prima battuta Angela Brandi. Lei, nominata assessore regionale su indicazione di Roberto Menia al posto di quella Alessia Rosolen andata pubblicamente a prendere le distanze dal sottosegretario, ricorda che «qui in regione Fli non esiste, quindi di ripercussioni non ce ne sono. Io non smetto di sperare in una ricomposizione della situazione».
CHI RESTA NEL PDL
Se bivio dovrà essere, Brandi ha comunque già scelto: «Resto nel Pdl. Ma è una decisione che non c’entra con l’amicizia con Menia, che rimane. Lui conosce il mio pensiero, ha scelto di essere coerente con le perplessità già espresse al momento della costituzione del Pdl e con l’amicizia che ha con Fini. Il presidente della Camera - conclude Brandi - da tempo non dice più cose di destra sui grandi temi quali sicurezza, etica e immigrazione: le sue non sono le posizioni che erano di An». Come l’assessore regionale al Lavoro anche il vicecoordinatore provinciale del Pdl, Piero Tononi: «Sono stato eletto in Regione con il Pdl e ho la tessera 1055 del partito. Ergo, ci resto. Pur avendo una stima immensa per Roberto Menia, amico in politica e fuori, non mi riconosco nel pensiero di Fini e non ho nulla a che spartire con gente come Della Vedova, Granata, Bocchino e Briguglio». Nemmeno Sergio Dressi, oggi al vertice dell’Aeroporto di Ronchi dei Legionari, avrà tentennamenti: «Sono tesserato con il Pdl e rimarrò in questo partito».
«Ho militato nel glorioso Fronte della gioventù prima, nell’Msi trovandomi poi in An e adesso nel Pdl. Ci resto e guardo cosa succede sperando che prevalgano le ragioni della ricomposizione fra le parti», spiega dal canto suo Rocco Lobianco, da tre mesi al timone dell’Ater di Trieste. Mentre Fabio Scoccimarro precisa: «Ho la tessera del Pdl e un rapporto splendido con Menia. Sono convinto di essere con loro, restando nel Popolo della libertà e mantenendo questo rapporto con Roberto».
GLI ATTENDISTI
«Se Fli diventerà in futuro un partito, vedremo. Leggeremo il suo programma». Afferma Paris Lippi, ultimo presidente provinciale di An prima della fusione con Forza Italia nel Pdl. «Per ora sono tesserato con il Popolo della libertà - prosegue Lippi - e devo dire che questo caos scoppiato in ambito nazionale a Trieste non lo capiamo. Avremmo preferito che arrivassero risposte sui grandi temi: disoccupazione, sicurezza e rilancio economico del Paese. Ciò che è successo a Roma è una cosa sola romana, noi però siamo già più avanti perché in Comune abbiamo il gruppo consiliare di An-Pdl...». Il vicesindaco, inoltre, vuole che una questione sia chiara una volta per tutte: «Sono stato dirigente dell’Msi e di An, ma non ho fatto politica perché c’era Fini. Ho iniziato con Almirante e su quelle convinzioni continuo oggi. Le lotte correntizie ci sono, in An ero vicino a Fini ma non ho vincoli a persone».
I POSSIBILISTI
Combattuto fra le prospettive politiche e il valore dell’amicizia è Antonio Lippolis, capogruppo aennino in Municipio: «La scelta sarà inevitabile. Ma cerco di ritardare il più possibile quel momento, avvantaggiato dalla situazione triestina che in Comune mi vede rappresentare An-Pdl (gruppo di fatto ancora diviso dai forzisti, ndr) perché eletto con Alleanza nazionale». Da un capogruppo all’altro, con atterraggio in Provincia, dove Marco Vascotto per il momento guarda «l’evoluzione della situazione. Noto - dice - che ogni giorno le cose si modificano. Certo si assiste con preoccupazione alla complessa frattura fra Berlusconi e Fini». Prima in AcegasAps in quota An, poi presidente di Amt trasporti srl su indicazione del Pdl, Adriano Del Prete sceglie il profilo basso: «Sono un tecnico e sono stato scelto come tale. Comunque - spiega Del Prete - ho visto il discorso tenuto da Fini a Mirabello e guardo con molta attenzione a questo progetto politico».
FINIANI GIÀ OGGI
Al fianco di Fini, in ogni caso. L’ha deciso da tempo Enrico Sbriglia: «La mia scelta è chiara. Starò con Futuro e Libertà, un soggetto che non vuole essere disturbatore nel centrodestra ma fungere da camera di ripensamento». Niente dubbi nemmeno per Claudio Morgera, nel cda di Alpe Adria, la società che cura gran parte dei collegamenti ferroviari da e per il porto di Trieste: «Sì, sto con Fini, a favore di un partito dove si possa dialogare».
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