Memorandum Italia-Cina: il patto fra Porto di Trieste e Cccc sullo sviluppo della rete ferroviaria

ROMA. Il momento è arrivato. Sarà Villa Madama la cornice del varo dell’alleanza tra Autorità di Sistema portuale del mare Adriatico orientale e China communications construction company. Nonostante le perplessità leghiste degli ultimi giorni, arriva il via libera alle intese sui porti di Trieste e Genova che, da quanto è dato a sapere, sono già state formalizzate attraverso scambi di mail. L’ufficializzazione avverrà soltanto nella mattinata di oggi e soltanto dopo la firma che il primo ministro Giuseppe Conte e il presidente Xi Jinping apporranno sul Memorandum of understanding che ha portato Trieste alla ribalta mondiale davanti all’interesse cinese sul suo scalo.
Come anticipato dal Piccolo, l’intesa sul porto giuliano non riguarda l’uso di banchine e ormeggi ma prevede l’inserimento di Cccc all’interno del progetto ferroviario Trihub e una serie di possibilità che l’Autorità portuale potrà giocare fra Europa centrale e Cina.
Il memorandum dà novanta giorni affinché Autorità portuale, Rete ferroviaria italiana e Cccc decidano nel concreto le forme di collaborazione nel previsto rafforzamento delle infrastrutture ferroviarie che si snodano fra Trieste, Villa Opicina e Cervignano.
Il piano nasce in contesto comunitario, poiché fa parte della lista di progetti messi sul tavolo da Roma nella Eu-China connectivity platform, creata proprio per immaginare forme di cooperazione tra Bruxelles e Pechino nell’ambito delle infrastrutture di trasporto.
L’Autorità portuale potrà di contro partecipare all’operazione che vede Cccc impegnata per dare vita all’interporto di Kosiče in Slovacchia.
Il Porto di Trieste potrà infine sviluppare in Cina progetti di piattaforme logistiche non ancora precisati.
Il presidente Zeno D’Agostino è chiuso nel più stretto riserbo, come d’altronde chiesto espressamente dai governi italiano e cinese a tutti gli attori coinvolti negli accordi che verranno sanciti oggi.
D’Agostino è a Roma da giovedì sera e nella capitale sono stati avvistati anche l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono, il presidente di Assicurazioni Generali Gabriele Galateri, il numero uno del Gruppo Danieli Giampiero Benedetti e la presidente di Confindustria Udine Anna Mareschi Danieli.
Il governatore Massimiliano Fedriga tranquillizza intanto sulla portata dell’intesa relativa a Trieste: «Conosco molto bene il progetto della Via della Seta per quanto attiene al porto di Trieste, che non riguarda concessioni a società cinesi, ma un investimento ferroviario finanziato per la stragrande maggioranza da Rfi, quindi con maggioranza assolutamente pubblica».
Per Fedriga, «quello che ci interessa è favorire il passaggio di traffici dalla Cina e verso la Cina attraverso il porto di Trieste e tutto il Fvg. L’alternativa è che questi traffici vadano in altri porti europei.
Questo è un accordo e non è un contratto: ovviamente se si andrà verso un contratto si seguirà la normativa italiana ed europea». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo