Melato: «Stiamo riducendo le prestazioni inappropriate»

Il direttore generale spiega che il calo si deve a un percorso di miglioramento: «L’area triestina risulta avere un eccessivo utilizzo dei servizi ambulatoriali»
Mauro Melato
Mauro Melato

La diminuzione di prestazioni ambulatoriali, che «non va confusa con la diminuzione del numero dei pazienti che accedono all’istituto», si deve al fatto che l’ospedale sta lavorando al «miglioramento dell’appropriatezza delle prestazioni». Mauro Melato, direttore generale del Burlo in scadenza di mandato, porta la sua versione dopo la pubblicazione dei dati forniti dalle sue direzioni.

Ma nel comunicato diramato ieri pomeriggio, prima di entrare nella parte dell’attività specialistica, si sofferma innanzitutto sui ricoveri. E afferma che il loro numero «è sostanzialmente stabile». Nel 2014 l’Irccs ha ospitato in corsia 11.887 pazienti di cui 7.194 in ricovero ordinario e 4.693 in day hospital. Di questi, nell’area ostetrica ginecologica, 4.062 donne, di cui 1.603 per parto che hanno portato alla nascita di 1.688 bambini. 7.818, invece, in area pediatrica, con 2.442 per motivi chirurgici.

Quanto all’«attrazione», sostiene il manager, nella pediatrica medica «circa la metà dei ricoveri riguarda minori residenti a Trieste, mentre il 25% le altre aziende del Friuli Venezia Giulia con un complessivo 75% di ricoveri di bambini corregionali. Circa il 25% proviene da zone extra regionale». Nell’area pediatrico chirurgica invece, stando all’elenco del direttore, il 25% dei ricoveri investe minori residenti a Trieste, mentre il 45% arriva da fuori città. Il 30% da altro territori. Numeri che si alzano per l’Ostetrica-ginecologica: il 95% interessa donne che abitano in Friuli Venezia Giulia mentre solo una minima parte, pari al 5%, risiede fuori regione.

Nel resto della nota il direttore generale sposta l’accento sull’attività ambulatoriale. Il dipartimento di pediatria, sostiene Melato, ha erogato 65.851 prestazioni, quello materno neonatale 36.063 e quello di diagnostica (Radiologia e Laboratorio) 152.308. La somma fa 254.222. Il trend, considerando proprio i dati del Burlo, registrerebbe quindi un ulteriore calo rispetto ai calcoli delle direzioni riportati ieri dal “Piccolo”: dalle 284.054 del 2010 alle 258.700, stimate sulla base di proiezioni annuali di dati effettivi del periodo gennaio-giugno 2014. Secondo Melato, che porta numeri effettivi, la flessione è ancora più marcata, pari appunto a 254.222. Tuttavia, è l’analisi del dg, «la diminuzione del numero di prestazioni ambulatoriali non deve essere confusa con la diminuzione del numero dei pazienti che accedono all’istituto specie nel caso di esami di laboratorio. Il Burlo come tutte le Aziende sanitarie della Regione, sta perseguendo il miglioramento dell’appropriatezza delle prestazioni». Il manager dell’Irccs ricorda che proprio la Regione prevede uno standard di quattro prestazioni ambulatoriali annue per abitante all’anno sulla popolazione pesata. «L’area triestina – annota il direttore generale – risulta avere un eccessivo utilizzo dei servizi ambulatoriali».

A detta di Melato, inoltre, l’Irccs non è affatto sprovvisto di anestesisti, nonostante quanto affermato dai medici che lavorano o che hanno lavorato all’interno dell’ospedale. Una carenza, stando anche alle testimonianze dei pazienti, che ha allungato le liste di attesa fino a due anni. «Per quanto concerne l’asserita mancanza di anestesisti – obbietta – si precisa che attualmente sono in servizio 17 persone e non 14». Melato assicura che la direzione si sta impegnando, attraverso la collaborazione di ginecologi, chirurghi, anestesisti, «nella riorganizzazione complessiva delle attività chirurgiche e anestesiologiche, perseguendo l’appropriatezza e l’efficienza delle attività». «Le sale operatorie – aggiunge – vengono assegnate in base alle liste di attesa e alle priorità cliniche. La ginecologia ha a disposizione un minimo di sei sedute settimanali, escluse le urgenze che vengono sempre garantite con ulteriori disponibilità». Inoltre «la modalità di utilizzo delle sale operatorie rientra nelle competenze del direttore della struttura, che deve compilare le liste operatorie giornaliere secondo criteri di priorità clinica, cioè di urgenza dell’intervento, e temporale». Quanto alle liste d’attesa «ci sono 16 pazienti in attesa in priorità A e 31 in priorità B. Nessuna paziente con neoplasia maligna è in attesa». Infine la rianimazione: «Non sono stati ridotti i letti di terapia intensiva». E l’oculistica: «Il numero di interventi è in leggero aumento e il 30% dei bambini operati proviene da fuori regione», così come l’ortopedia «che ha incrementato l’attività del 6%, con una forte attrazione extraregionale del 44%».

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