Meglio di Christie's, l’asta delle bici “randagie” conquista i monfalconesi
TRIESTE A Monfalcone le biciclette vanno a ruba. Nel senso letterale dell’espressione: la maggior parte degli acquirenti che ieri si son dilettati, a suon di rilanci da 3 euro, a portarsi a casa uno dei 32 pezzi messi all’asta dal Comune ha confessato d’aver subito un furto. E così è arrivato il momento della “rivalsa”: la conquista di due ruote a prezzo stracciato, anzi stracciatissimo se si considera che il prezzo più alto, nella prima tornata aperta a tutti, l’ha spuntata una bici bianca pieghevole aggiudicata dopo discreta battaglia dal 39enne monfalconese Walter Veliscek, in seconda fila con la nonna (che pure si è portata via una Graziella), per 31 euro. Molto meno del prezzo di mercato, che per inciso nella grande distribuzione tranquillamente sfiora i 200.
Davanti al banditore – per l’occasione un quasi britannico ingegner Licinio Gardin, in giacca ecru e camicia bianca a incalzare con raro aplomb le offerte all’ex mercato coperto – si è presentato un variegato pubblico di offerenti: studenti, mamme, badanti rumene e pensionati giunti con largo anticipo per visionare la mercanzia. Ed evitare sòle, si capisce. Come Aldo Cusman, che se n’è stato quatto quatto per quasi tutto il primo tempo dell’asta, attendendo con pazienza l’arrivo della bici numero 29: «Per me, indiscutibilmente quella messa meglio», sussurrava ai vicini. Dunque nessun movimento fino alle 16.10 quando in passerella, trasferite dai solerti operai comunali Manuele Mancosu e Luciano Frandolic, son finite le due ruote prescelte. Budget massimo: 30 euro. Alla fine Cusman se l’è portata via per 27. «La scorsa settimana hanno rubato la bici a mio nipote», ha riferito. Ieri pomeriggio ha pareggiato i conti.
Tra un’offerta e un’alzata di mano il ronzio degli “esperti” nelle retrovie: «È meglio puntare su quelle senza cambio, hanno meno problemi». Macché, si sentiva ribattere: da tenere d’occhio è il telaio.
C’è anche chi si è sentito in vena di affari e dopo aver preso una bici – per la cronaca il lotto numero 2, cioè il primo pezzo battuto a 16 euro – per un amico cui «hanno sgraffignato le due ruote» ne ha acquistata dopo un quarto d’ora una seconda. Battuta a 10 euro. «Mi dispiaceva lasciarla lì», così Roberto Miniussi, di professione consulente. Sulla stessa lunghezza d’onda la 22enne Nicole Abate, addetta alle vendite, che, cuore generoso, ha acquistato il primo pezzo per il fratello minorenne, cui «hanno sottratto la bici, perfino chiusa col lucchetto, in viale San Marco», e il secondo per il fidanzato. «Tanto tra una settimana ce le rubano di nuovo...», la battuta agrodolce prima di andare via. E come darle torto: pure il giovanissimo pubblico ha puntato il dito contro le scorribande ladresche. «A me hanno rubato la bici dentro casa», ha raccontato sconsolato Alan, studente al Pertini, indirizzo meccanico. Gli ha fatto eco l’amico Stefano dell’Iti Galilei di Gorizia: «Mi è capitato lo stesso due giorni fa: avevo lasciato il mezzo proprio sotto casa sua, in centro».
Monfalcone non è una città per ciclisti: una ruberia dietro l’altra. Ma la vita regala sempre una seconda occasione, stavolta sotto forma d’asta. Chi è andato via reggendo un manubrio di seconda mano, ieri, aveva il sorriso. —
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